Bielorussia. Arrestata Maria Kolesnikova al confine con l’Ucraina, tentava di fuggire dal paese

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AgenPress – Maria Kolesnikova, Ivan Kravtsov e Anton Rodnenkov sono passati attraverso la dogana al confine con l’Ucraina. Lo ha dichiarato il portavoce del Comitato di confine di Stato Anton Bychkovsky.

Era stata portata via a Minsk da un commando di uomini incappucciati, che l’avevano fatta salire su un minibus. La polizia aveva però smentito di averla arrestata. Ma questa mattina Maria Kolesnikova, simbolo dell’opposizione insieme a Svetlana Tikhanovskaya che dall’11 agosto è rifugiata in Lituania, è finita in manette al confine con l’Ucraina, mentre “cercava di uscire illegalmente dal Paese”.

“Sta bene”, ha detto il portavoce del Comitato di frontiera bielorusso Anton Bychkovsky che però non ha detto dove si trovi la donna. Nel frattempo, si sono persi i contatti con un’altra dissidente, Antonina Konovalova, collaboratrice di Svetlana Tikhanovskaya, la principale candidata dell’opposizione alle presidenziali del 9 agosto fuggita in Lituania. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Interfax citando lo sfaff di Tikhanovskaya che ha fatto sapere che l’attivista “è scomparsa” e “non si sa dove si trovi”.

Scomparsa anche un’altra dissidente, Antonina Konovalova. L’oppositrice, che ha sfidato alle urne il presidente Lukashenko, è sparita lunedì mattina: i collaboratori avevano parlato di rapimento, e una testimone aveva raccontato di aver visto, vicino al Museo d’Arte Nazionale, due uomini incappucciati caricare con forza su un minibus la Kolesnikova.

Si sono persi i contatti con un’altra dissidente bielorussa, : lo riferisce lo staff di Svetlana Tikhanovskaya, la principale candidata dell’opposizione alle presidenziali del 9 agosto, precisando che “al momento non si sa dove sia”. Lo riporta l’agenzia Interfax.

Mentre il destino della donna e dei suoi compagni è ancora incerto, l’Ue ha chiesto alle autorità di Minsk “la liberazione immediata di tutte le persone detenute per motivi politici, arrestate sia prima sia dopo le elezioni presidenziali falsificate del 9 agosto”. E l’Alto rappresentate Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha chiarito che Bruxelles imporrà sanzioni “ai responsabili” della repressione nel Paese.

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