AgenPress – Dall’attività svolta dal professore Saverio Potenza dell’istituto di medicina legale di Tor Vergata è emerso che le percosse hanno causato a Willy Monteiro Duarte lacerazioni anche agli organi interni e in particolare è stata individuata una ferita di sette centimetri sulla “parete posteriore del cuore”, oltre che ai polmoni, alla milza e al fegato.
Il cuore è come spaccato a metà, dice l’autopsia che ha confermato lesioni a tutti gli organi interni, compresi fegato, diaframma, polmoni, milza e pancreas. Sul volto ci sono almeno sei lesioni che hanno causato anche emorragie cerebrali. Era già noto che quello della notte del 6 settembre fosse stato un pestaggio di violenza inaudita. I medici hanno dato misura scientifica all’orrore delle botte del gruppo con i fratelli Bianchi.
Gli esperti, nella relazione sull’esame autoptico preliminare, definiscono i traumi riportati da Willy tanto importanti da poter teoricamente essere stati causati da armi contundenti, come un bastone, una spranga o un tirapugni. Le lesioni sono talmente tante che i medici legali hanno difficoltà a indicare la causa esatta della morte.
L’autopsia conferma la brutalità dell’aggressione subita dal giovane di origini capoverdiane.
Il pestaggio violentissimo è stato subito raccontato dai testimoni. Emanuele, amico di Willy, ha detto “Ricordo l’immagine di Willy steso a terra circondato da 4 e 5 ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo, urlando agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima…Non riesco a quantificare il tempo dell’aggressione ma posso solo dire che la violenza dei colpi subiti da me e da Willy era inaudita…Ho un vivido ricordo di un paio di loro che addirittura saltavano sopra il corpo di Willy steso in terra e già inerme”.
Restano al momento quattro le persone indagate dalla Procura di Velletri per la morte di Willy. Si tratta Marco Pincarelli, Francesco Belleggia, e i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno continuato ad ascoltare alcuni testimoni e in particolare le tre persone che erano con il”branco” quella notte. Le audizione però si sono concluse senza alcuna nuova iscrizione nel registro degli indagati.