Agenpress – “Il sistema di vasi comunicanti che si è instaurato tra politica e magistratura rischia di compromettere l’equilibrio costituzionale. Come contrastare l’immigrazione clandestina, con quali criteri e tempistiche dare esecuzione ad un trattato internazionale, non lo deve e può decidere un Tribunale, ma è compito del Parlamento. Le accuse mosse a Matteo Salvini si basano su un presupposto giuridicamente aberrante: che la magistratura possa operare una valutazione sulle modalità con le quali il potere esecutivo decide di compiere i propri atti di governo. Messa così è un attentato all’autonomia delle scelte politiche”.
Così Severino Nappi, professore di diritto e consigliere regionale Lega Campania, in una lettera pubblicata sul quotidiano Il Tempo, in relazione al processo che vede imputato Matteo Salvini a Catania.
“Lo scadimento del dibattito non può consentire che l’atto politico di un ministro sia ritenuto sindacabile. Perseguire la strada giudiziaria rischia di aprire, dietro la foglia di fico della verifica di legalità, ad una pericolosa deriva giudiziaria. Questa nuova logica del giustizialismo è una trappola nella quale nessuno dovrebbe cadere”.