AgenPress – La Task Force Animalista, Associazione Culturale/Politica senza scopo di lucro, che si propone statutariamente lo scopo di promuovere la tutela e il rispetto di tutti gli animali come esseri senzienti per ottenere il superamento della concezione dell’animale come “res”, con la coorganizzazione di Animalisti Genovesi, di gruppi di cittadini come Noi e Pumba, Oipa Genova, Lav Genova, Save the Boars e molte altre Associazioni attive sul territorio locale e Nazionale , ha riunito il 3 Ottobre 2020, ore 15.00, c/o Piazza Martinez a Genova, tutti quelli che riconoscono agli animali emozioni quali gioia, dolore, empatia e intelligenza nonché diritti, dalla parte dei cinghiali liguri, condannati a morte dalle Istituzioni che non hanno fatto, nonostante i fondi promessi, adeguata prevenzione (sterilizzazioni, recinzioni e segnaletiche stradali).
Gli animalisti aggiungono che nel 2020 non sia stato fatto nemmeno il consueto “approssimativo” censimento causa emergenza Covid e, proprio per questo, il numero dei cinghiali previsti per l’abbattimento (7812) è illegale perché non controllato.
Il presidio indetto è stato un successo, nonostante la bomba d’acqua abbattutasi su tutta la regione e “il dito di Dio, dalla parte dei cinghiali, ci ha aperto il cielo regalandoci il sole per quattro ore”, aggiunge Carolina Sala, Presidente della Task Force Animalista. Il dito è stato puntato contro La Regione Liguria che detiene il triste primato delle ZAC, Zone Addestramento Cani, nelle quali finiscono la maggior parte dei giovani cinghiali catturati nei paesi e nelle città essendo, per decreto regionale, proibita la remissione nel territorio ed è stato puntato contro il docente Andrea Marsan il quale, contrariamente a quanto sostenuto al recente convegno in cui si schierava contro la caccia sottolineandone l’inutilità, propone l’abbattimento dei cinghiali che da anni ormai stazionano senza creare alcun problema nel Bisagno a Genova.
Terminato il presidio, finisce proprio nel Bisagno la giornata del 3 ottobre scorso per molti attivisti e cittadini che, con i loro cartelli, hanno voluto dimostrare quanto i cinghiali siano innocui e quali brutture nasconde invece il Bisagno per colpa degli esseri umani. Cancelli spalancati dai quali è normale possano passare i cinghiali e dai quali passano molti tossicodipendenti lasciando siringhe infette ed escrementi ovunque, plastica e detriti immensi di lamiere, probabilmente anche di amianto, carta e oggetti vari, ricoprono le rive. Una bomba ad orologeria pronta ad esplodere alla prima piena e i cinghiali, per la Regione e il Comune, dovrebbero essere l’ultimo dei problemi. Gli animalisti si offrono di ripulire gratuitamente il Bisagno chiedendo si valuti la possibilità che diventi zona faunistica protetta e super controllata, nel rispetto di animali ed esseri umani.
Quando, in questi giorni, hanno aperto le due dighe a Breil, gli animali che vivevano sul lungo Roya non hanno avuto nemmeno il tempo di mettersi in salvo e sono morti tutti. Cadaveri di persone non ancora identificate recuperate in mare e tutto questo, forse, si poteva evitare, con l’adeguata prevenzione. “Un dolore immenso che fa suonare la campana per ogni essere che muore e che non siamo riusciti a salvare. Dateci il Bisagno da curare, prima che sia troppo tardi”, aggiunge la filosofa della scienza Carolina Sala, Presidente di Task Force Animalista, pronta a riunire gli attivisti di tutta la Nazione per salvare animali, ambiente e persone.