ANCoDiS: in Sicilia si chiudono i luoghi del sapere e si lasciano aperti quelli del piacere

AgenPress. Con l’ultima Ordinanza del Presidente Musumeci abbiamo capito una cosa per certi aspetti molto eloquente nell’Italia contemporanea: prima il piacere e poi il dovere!

Si, perché se ai nostri alunni delle scuole superiori è negato il diritto allo studio in presenza agli stessi non viene negato quello al relax psico-fisico (ne hanno tanto bisogno in questa emergenza pandemica), alla cura del corpo, al piacere di andare in un centro commerciale o in un centro scommesse o sala bingo (seppur vietato perché minorenni) per dimenticare o distrarsi della condizione di costrizione e limitazione della libertà nella quale si trovano a vivere.

Con l’Ordinanza si è sancita una scelta culturale: prima si chiude la scuola e poi tutto il resto perché nel “tutto il resto” c’è di mezzo l’economia con “il dio denaro”, mentre senza scuola, “la dea cultura”, in presenza si può fare pure a meno.

Allora che fare? Quello che non si è voluto fare in questi mesi: potenziare i mezzi di trasporto utilizzando anche quelli privati, potenziare i sistemi di prevenzione, controllo e monitoraggio sanitari, potenziare i controlli in tutti i luoghi pubblici di aggregazione, potenziare… potenziare.

Ed invece è stata fatta la scelta più facile ma più sbagliata poiché la scuola NON è luogo di diffusione del contagio ma luogo VITTIMA del contagio e della scellerata inerzia di chi avrebbe dovuto fare scelte strategiche e lungimiranti.

Non si vuol capire che chiudendo la scuola in presenza non si riduce il contagio ma si compromette il futuro dei nostri figli ed avremo molto probabilmente giovani contagiati in perfetta forma fisica e soddisfatti nei loro hobby o piaceri ma dal futuro incerto.

Ah questo sembrerebbe importare poco….

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