Hong Kong. Cina a Usa, arresto 47 attivisti è atto legittimo. Proteste in piazza

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AgenPress – Domenica le autorità di Hong Kong hanno accusato 47 attivisti dell’opposizione di aver violato la legislazione sulla sicurezza nazionale della città.

Gli accusati di “cospirazione per commettere sovversione” erano tra le 53 persone – molti eminenti ex legislatori, attivisti e consiglieri distrettuali – che sono stati arrestati il ​​mese scorso per aver organizzato, pianificato e partecipato alle elezioni primarie per l’opposizione democratica della città lo scorso luglio.
Tra gli attivisti a cui è stato intimato di presentarsi alla polizia per rispondere delle accuse di “cospirazione sovversiva” vi sono Leung Kwok-hung, Jimmy Sham, Owen Chow e Frankie Fung.
Le accuse di domenica segnano una radicale escalation nell’applicazione della legge sulla sicurezza nazionale, in base alla quale in precedenza solo una manciata di persone era stata accusata e portata in tribunale.
La legge criminalizza la secessione, la sovversione, il terrorismo e la collusione con potenze straniere e i casi ai sensi della legislazione possono essere gestiti da una sezione dedicata della polizia di Hong Kong e dai tribunali di sicurezza nazionale.
L’amministratore delegato di Hong Kong Carrie Lam e altri avevano precedentemente promesso che la legge sarebbe stata limitata in vigore e avrebbe preso di mira solo un piccolo numero di attivisti marginali.
Centinaia di persone si sono radunate lunedì fuori dal tribunale nel distretto di West Kowloon della città per protestare, portando striscioni e cantando slogan che sono diventati popolari durante i disordini politici del 2019 ma ora sono considerati “sovversivi” ai sensi della nuova legge sulla sicurezza nazionale.
Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha affermato che “l’arresto e l’accusa da parte della polizia di Hong Kong sono atti legittimi”.
Wang ha anche affermato che la Cina “sostiene con forza la polizia di Hong Kong nello svolgimento del proprio dovere in conformità con la legge”, esortando gli Stati Uniti a “rispettare i fatti e lo stato di diritto” e a smettere “di interferire negli affari interni della Cina in qualsiasi forma”.
 Se riconosciuti colpevoli, i 47 attivisti rischiano il carcere a vita, in base alle contestazioni formali mosse secondo la legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino a giugno 2020: gli addebiti sulla sovversione sono legati alle primarie organizzate la scorsa estate in vista delle politiche di settembre, poi rinviate al 2021 a causa della pandemia del Covid-19.
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