AgenPress – E’ stata una “scelta” di Etty, nonna materna di Eitan, quella di non vederlo “fino al 29 giugno, 40 giorni dopo il disastro”.
Lo dice lo zio paterno Or, marito di Aya, tutrice del piccolo portato in Israele dal nonno materno Shmuel accusato del rapimento. “Poteva vederlo prima se voleva – ha detto Or in relazione a dichiarazioni rilasciate da Etty – come ha fatto il nonno materno che veniva in visita 3 volte a settimana da noi, ma per sua scelta è rimasta in Israele”.
In un’intervista, infatti, la nonna materna ha raccontato di aver potuto vedere per la prima volta Eitan solo il 29 giugno scorso, ma secondo gli zii paterni in realtà la donna è rimasta in Israele per sua “scelta”, mentre il nonno Shmuel, che era in Italia, andava a trovare il piccolo nella loro casa tre volte a settimana e loro hanno sempre concesso le visite, fino all’ultima, quella di sabato 11 settembre, quando il 58enne lo ha preso e portato in Israele con un volo privato da Lugano.
Aya, intanto, è a Tel Aviv in attesa dell’udienza di domani nella quale i giudici israeliani saranno chiamati a decidere sulla sua istanza di immediato rientro del bambino in Italia sulla base della Convenzione dell’Aja sulle sottrazioni internazionali di minori.