AgenPress – Con 1.408 abitanti per medico di base nel 2019, l’Italia soffre di una carenza di assistenza primaria nel territorio rispetto ai principali paesi europei. Secondo gli accordi collettivi nazionali, un medico di base può assistere fino a 1500 pazienti, ma alcune regione italiane hanno aumentato questo limite.
Così l’economista Carlo Cottarelli.
Il numero più alto si osserva al Nord, con 1.326 assistiti per medico, mentre al Centro sono 1.159 e al Sud 1.102. Le regioni con il maggior numero di pazienti per medico di base sono Trentino-Alto Adige (1.454), Lombardia (1.408) e Veneto (1.365), mentre all’ultimo posto si trovano Calabria (1.055), Basilicata (1.052) e Umbria (1.049), ribaltando il tipico divario tra Nord e Sud.
Nel PNRR è previsto un finanziamento di 900 borse aggiuntive per la formazione in medicina generale, ma l’intervento non sarebbe sufficiente a colmare la differenza tra medici di base in uscita e in entrata. Si stima, infatti, che tra il 2022 e il 2028, il numero di medici in entrata sarà inferiore al numero di medici che andranno in pensione.
Nonostante le criticità nella programmazione dell’offerta dei servizi medici, il problema della carenza di medici va inquadrato nel contesto del crollo demografico degli ultimi decenni che in Italia rende difficile il rimpiazzo di tutti i lavoratori, non solo dei medici, che vanno in pensione.