L’annuncio del primo processore Apple per i computer Mac risale al 10 novembre del 2020. Il SoC M1 è stato lanciato sul mercato con una duplice promessa: reinventare i Mac e cambiare per sempre l’intero settore dei personal computer. A distanza di un anno e dopo l’annuncio delle varianti M1 Pro e M1 Max possiamo affermare che Apple è riuscita nel proprio intento. I nuovi MacBook Air, MacBook Pro, iMac e Mac mini – senza dimenticare l’iPad Pro 2021 hanno trasformato le precedenti generazioni di Mac basate su processori Intel in macchine
obsolete. I modelli equipaggiati con uno dei SoC M1 sono semplicemente “molto”: molto più reattivi, molto più veloci, consumano molto meno e, nel caso dei portatili, hanno una autonomia molto superiore.
I Soc della famiglia M1 sono sviluppati su ARM e sfruttano un’architettura ibrida in stile big.LITTLE, ovvero con un mix di core ottimizzati per le prestazioni e altri per l’efficienza energetica. L’idea non ha nulla di particolarmente innovativo, ma a fare la differenza sono l’esecuzione magistrale e il risultato eccezionale ottenuti dai progettisti Apple. In un istante l’architettura x86 delle workstation, dei desktop e dei notebook è sembrata inadatta a sviluppi innovativi. Però chi usa Microsoft Windows non ha scelta e deve affidarsi a sistemi con processori AMD o Intel su base x86. Il cambio di passo di Apple aveva già sortito i suoi effetti ancora prima di essere portato a termine.
L’architettura Alder Lake di Intel non è arrivata per caso, non è un caso che sia di tipo ibrido e ha sicuramente richiesto diversi anni di lavoro per diventare un prodotto reale. L’architettura Apple e quella realizzata da Intel hanno spostato il punto di equilibrio in modo irreversibile: i due mondi viaggiano di nuovo su due strade distinte e per i Pc si apre una nuova era. Serve tanto lavoro per ottimizzare il software e ci sarà spazio per capire come sfruttare le potenzialità di questa e delle future architetture ibride di AMD e Intel. Dopo la corsa all’oro giocata sul filo dei MHz, dopo quella del multi core estremo si apre così l’era dell’ibrido o dell’eterogeneo. Finalmente potremmo assistere a un cambiamento epocale di cui si sentiva da tempo la necessità.