AgenPress – Il provvedimento disciplinare è stato inflitto ai danni di una maestra di una scuola primaria in provincia di Oristano, “colpevole” di aver fatto recitare delle preghiere agli alunni della sua classe.
La protagonista della vicenda, riportata dall’Unione Sarda, è Marisa Francescangeli, insegnante 58enne nella scuola primaria di San Vero Milis, in provincia di Oristano. I fatti sono avvenuti pochi giorni prima di Natale, il 22 dicembre, il mese scorso è arrivata la sospensione.
La docente era in classe per sostituire un suo collega e, visto che era Natale, ha deciso di far realizzare ai bambini un braccialetto con delle perline, per rappresentare il rosario. Poi alla fine della lezione ha fatto recitare agli alunni l’Ave Maria e il Padre Nostro.
Due madri però si sarebbero lamentate di quanto accaduto con il preside. Successivamente c’è stato un incontro con i genitori e il dirigente scolastico, durante il quale la maestra si è scusata per il gesto.
Evidentemente non è bastato. Ai primi di marzo, al rientro da un periodo in malattia, le è stato notificato il provvedimento disciplinare da parte del preside e dell’Ufficio scolastico provinciale: sospensione per 20 giorni, con annessa riduzione dello stipendio.
La maestra, che potrà tornare a scuola solo dal 16 aprile, ha spiegato al quotidiano sardo di essersi rivolta ad un legale: “Mi sono dovuta rivolgere a un avvocato, abbiamo chiesto l’accesso agli atti, ricorreremo in tribunale“.
“C’era stata una riunione con tutti i genitori e ho chiesto scusa. Pensavo fosse finita lì, ma poi due sabati fa, mentre uscivo da scuola, mi hanno consegnato a mano la lettera raccomandata e sono rimasta senza parole. Non ha avuto il coraggio di aprirla subito, sono tornata a casa e l’ho aperta solo alle 22: sono rimasta scioccata”, racconta la maestra.
“Per me è una gioia andare a scuola e non penso di aver fatto nulla di male, oltretutto tutti i bambini seguono le lezioni di religione e si stanno preparando per la prima comunione – spiega ancora, trattenendo a stento le lacrime. – Per me è una gioia andare a scuola. Mi mancano i bambini”.
Contro il provvedimento disciplinare si è schierato il sindacato, che ritiene non corretta la procedura seguita dal preside, per non aver consentito all’insegnante di motivare il suo comportamento né di presentare controdeduzioni.
Al fianco dell’insegnante anche diverse mamme, che hanno chiesto il rientro immediato della maestra a scuola e il ritiro del provvedimento, secondo loro una punizione eccessiva.
Nel frattempo, la vicenda è finita sul tavolo del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, con interrogazioni e dichiarazioni di vari parlamentari di centrodestra in cui si denunciano “l’intolleranza verso la religione cattolica” e “l’integralismo laico”.