AgenPress. Una commistione di culture diverse, l’africana e l’occidentale, che danno vita a un ‘laboratorio’ culturale in cui l’una è al servizio dell’altra, per forgiarne una terza, cui è stato dato il nome di Archifusion (Fusione Architettonica).
E’ questo il progetto sul quale è imperniato il padiglione della Nigeria alla Biennale Architettura 2023, con sede nell’isola di San Servolo.
Archifusion, curato da Boris Brollo, architetto esecutivo Lucia Tomasi, approfondisce l’idea di collaborazione nel senso più ampio di ‘officina/laboratorio’ allargato, dove il concetto di base diventa la collaborazione improntata allo scambio di esperienze comuni che genera conoscenza.
Nel padiglione nigerino, spiega Lucia Tomasi, “un abitacolo come punto di osservazione di una società sempre più multietnica, propone un confronto tra punti di vista diversi, tra culture e individualità “che qui si realizza dell’incontro tra le case Hausa e le interpretazioni degli artisti lungo le pareti”. Qui tutte le espressioni grafiche hanno in comune intreci, nodi, labirinti, percorsi senza inizio, ne’ fine.
L’artista trevigiana è presente nel padiglione della Nigeria, i particolari dei suoi dipinti vengono proiettati sulle architetture tribali nigeriane.
Alda Boscaro è nata a Oderzo ha compiuto gli studi a Venezia presso il liceo e l’Accademia di Belle Arti a Padova presso la facoltà di medicina. Attualmente vive a Montebelluna (Treviso) e a Roma, già docente di disegno e storia dell’arte.
Attiva dal 1968 in Italia all’estero con circa 80 personali e numerose partecipazioni ad importanti rassegne, numerose le segnalazion,i significativi i premi, le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private; una sua cartella di grafica è conservata presso il museo nazionale delle stampe a Roma.
Una solida formazione culturale e una consistente attenzione sulla condizione esistenziale dell’uomo e della donna della società attuale caratterizzano fortemente la produzione dell’artista trevigiana.
Alda Boscaro infatti, vive immersa nelle problematiche contemporanee, l’accadimento non resta tale diventa evento, viene vissuto profondamente in maniera originale e diventa sostanza dall’opera d’arte scorrendo quindi cronologicamente la sua pittura è possibile cogliere le grandi preoccupazioni collettive, le speranze e le sofferenze.