AgenPress – La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo – ha arrestato un cittadino egiziano ed un naturalizzato italiano di origine egiziane, accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere. Secondo la procura erano “estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell’organizzazione terroristica e finanziando “cause di sostegno”‘ del sedicente Stato islamico, al quale “avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”.
Così il procuratore di Milano Marcello Viola, che ha convocato una conferenza stampa in mattinata per dare ulteriori dettagli sull’operazione: “Data la gravità dei fatti e l’elevato allarme sociale” .
Sarebbero state riscontrate – scrive la Procura – anche “minacce” alla premier Giorgia Meloni, rintracciate nelle chat in cui scrivevano i due arrestati. In particolare, mettevano i loro commenti di appoggio all’Isis e contro l’Occidente sul web. Avrebbero anche inviato soldi come finanziamenti, in particolare a donne rimaste vedove in Palestina, ad alcune persone nello Yemen, oltre ad un uomo che farebbe parte dell’Isis in Siria.
L’operazione – da quanto appreso – non ha alcun collegamento con l’attentato di ieri sera a Bruxelles nè con il recente arresto dello scorso sabato di un 33enne egiziano responsabile di un’aggressione a mani nude a tre passanti nel capoluogo lombardo impugnando una copia del Corano mentre proferiva frasi come “Allah è grande”. Avvenuto lo scorso Sabato sempre a Milano.
Il blitz è stato condotto dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni.
I due arrestati risiedevano in due città diverse dell’hinterland milanese, tra i 40 e 50 anni e con lavori nel settore delle pulizie. Uno, dipendente di un’impresa, l’altro invece titolare ma con una società ora chiusa. Erano in contatto tra loro ed uno avrebbe indottrinato l’altro, stando alle indagini. A carico del secondo, in particolare è stato rintracciatoon line il suo “giuramento scritto e rinnovato di fedeltà e sottomissione all’Isis”.
Ed entrambi, stando alle indagini partite nel 2021 da analisi della Polizia postale di Perugia e dell’Osint (Open source intelligence), avrebbero inviato i loro messaggi, soprattutto commenti anche a video di massacri e attentati dell’Isis, su gruppi Telegram, WhatsApp e Facebook per fare proselitismo e propaganda, dichiarandosi “terroristi” dell’Isis.