Affitti brevi. Tajani, arriva il codice antievasione. Soddisfatti l’Associazione gestori, si elimina l’abusivismo

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AgenPress – “Per quanto riguarda la cedolare per gli appartamenti affittati al 26% sarà soltanto dal secondo appartamento in affitto da ogni singolo proprietario, quindi non sarà per tutti, sarà dal secondo in poi”.

Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani, soddisfatto dell’ emendamento al decreto legge anticipi, collegato alla legge di bilancio, che stabilisce “un codice identificativo nazionale che farà emergere il sommerso di coloro che affittano appartamenti. Quindi ci sarà trasparenza e si regolarizzerà tutto il sistema e questo porterà anche più soldi nelle casse che andranno nel fondo per ridurre la pressione fiscale”-

Il codice anti evasione e la conferma che la cedolare al 26% scatterà solo a partire dalla seconda casa che si mette sul mercato.

Soddisfatto Marco Celani, presidente dell’Associazione gestori affitti brevi (Aigab). Il Codice identificativo nazionale (Cin) è “l’unico modo per togliere l’abusivismo, va benissimo e noi siamo grandi fautori, ma come abbiamo sempre detto va fatto subito e fatto bene, cioè facendo in modo che sia il governo a darlo e che si blocchi dalla pubblicazione degli annunci online chi non ce l’ha”.

Più critico, invece, sull’innalzamento della cedolare secca al 26%, escludendo la prima casa in affitto per le quali resta al 21%: “abbatte drasticamente il gettito – osserva – perché il 96% di chi affitta ha un’unica casa in affitto”.

“L’aumento della cedolare è una misura che complica solo le cose a quelli che fanno le cose per bene”, e di fatto “incentiva l’evasione”, osserva Celani. Bene invece la strada scelta su Cin: “Noi da ormai cinque anni siamo favorevoli a che ci sia una Banca dati nazionale e un organismo unico che distribuisca il Codice identificativo unico”, dice Celani, proponendo però di seguire il modello della Grecia, dove il “governo ha fatto l’accordo con i portali online, bloccando la pubblicazione online per chi non ha il codice fornito dal governo. In questo modo a marzo ha fatto fuori 17mila annunci dai portali greci”.

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