AgenPress. La percezione del livello di corruzione in un Paese è un indicatore che “ha mostrato limiti ampiamente riconosciuti”; al contrario, per misurare tale fenomeno occorre un metodo “obiettivo e scientifico”.
È quanto evidenzia il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che a margine della X Conferenza degli Stati parte della Convenzione Onu contro la corruzione in corso ad Atlanta, ha aperto i lavori dell’evento “Measuring Corruption to trigger action and assess impact” con la direttrice esecutiva Unodc, Ghada Waly.
L’approccio basato su dati ed evidenze, ricorda il Ministro, è stato fortemente voluto dall’Italia.
Era il 2019 quando, durante l’VIII Conferenza Onu contro la corruzione di Abu Dhabi, “l’Italia presentò una risoluzione che mirava a promuovere lo sviluppo” di indicatori oggettivi per misurare il fenomeno.
L’adozione di questa risoluzione, sottolinea Nordio “fu un importante passo avanti nel superamento dell’approccio precedente, basato solo sulla percezione”, poiché invitava l’Unodc a individuare metodi “tramite dati, inclusi quelli statistici sulla risposta della giustizia penale ai reati di tipo corruttivo, indicatori di rischio e vulnerabilità al fenomeno”.
Occorre proseguire su questa linea, afferma il Guardasigilli, che conferma “la volontà dell’Italia di continuare a contribuire nello sforzo comune per sviluppare” metodi di misurazione della corruzione “più raffinati e affidabili”.
Da questo punto di vista, lo Statistical Framework dell’Unodc, la cui presentazione è attesa in sede di Conferenza, “offre una guida eccellente per raggiungere una maggiore attendibilità e utilità delle metodologie di misurazione della corruzione” aggiunge il Ministro, che ringrazia l’Agenzia Onu “per l’eccellente lavoro”.
L’obiettivo finale dei metodi elaborati dall’Unodc, ribadisce il Guardasigilli, non è “stilare classifiche degli Stati o comparare i livelli di corruzione tra Paesi”, bensì “acquisire una conoscenza migliore e affidabile e una comprensione, basata sull’evidenza, della corruzione e delle relative tendenze”.
Nordio offre poi alcuni spunti di riflessione in merito all’approccio al fenomeno corruttivo. “Semplificare le leggi”, ribadisce il Ministro; sono infatti “spesso troppo numerose per essere conosciute, e troppo contraddittorie per essere applicate”; l’incertezza che ne deriva “è sinonimo di disordine e corruzione”.
Inoltre, “individuare le competenze”, per identificare chi è responsabile di cosa e, così, permettere a cittadini e imprese, conclude il Guardasigilli, di “sapere a quale porta bussare per ottenere un atto, un permesso, una licenza”.