AgenPress – Il prigioniero politico curdo iraniano Davoud Abdollahi è stato giustiziato martedì mattina nel carcere Ghezel-Hesar di Karaj, nel contesto della continua persecuzione della minoranza.
Abdollahi, in carcere da 14 anni, era in sciopero della fame dal 26 dicembre per protestare contro il suo trasferimento in isolamento per l’esecuzione.
Insieme ad altri sei curdi – Qasem Abasteh, Ayoub Karimi, Anwar Khezri, Farhad Salimi, Kamran Sheikheh e Khosrow Besharat – Abdollahi è stato arrestato nel dicembre 2009 con l’accusa relativa all’omicidio di Abdolrahim Tina. Seguirono mesi di interrogatori nel centro di detenzione dei servizi segreti di Urmia.
Le accuse contro i sette individui includevano “atti contro la sicurezza nazionale”, “propaganda contro il sistema”, “appartenenza a gruppi salafiti” e “guerra contro Dio e corruzione sulla terra”.
Inizialmente erano stati condannati a morte nel 2017, ma la Corte Suprema ha annullato il verdetto e ha deferito il caso alla Sezione 15 del Tribunale rivoluzionario di Teheran per una revisione. Tuttavia, nel giugno 2018, la Sezione 15 ha emesso nei loro confronti un’altra condanna a morte.
La Corte Suprema ha confermato le condanne a morte nel febbraio 2020. Qasem Abasteh è stato giustiziato il 6 novembre, mentre la condanna a morte di Ayoub Karimi è stata eseguita il 29 novembre. Con l’esecuzione di Abdollahi, altri quattro sono attualmente a rischio di esecuzione.
Le organizzazioni per i diritti umani hanno ripetutamente condannato le gravi torture inflitte a questi prigionieri e l’estrazione di confessioni forzate. Amnesty International ha avvertito nel febbraio 2021 che i sette curdi sunniti erano a rischio di esecuzione, affermando che i loro processi erano estremamente ingiusti e basati su confessioni ottenute sotto tortura.
Fa parte di una massiccia ondata di esecuzioni in Iran. Nell’ultimo rapporto annuale, gli attivisti per i diritti umani in Iran (HRANA) hanno rivendicato l’esecuzione di 746 persone, rilevando un aumento del 32% delle esecuzioni rispetto al 2022 e delle condanne a morte emesse in aumento del 68%.