Lepolda. Renzi con il papà di Ilaria Salis. Meloni la riporti a casa. Per Tajani sia una priorità come per i Marò

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AgenPress –  “Penso che uno Stato serio, un paese civile non possa permettersi di cambiare approccio rispetto a un governo come il governo ungherese, che in questo momento non sta rispettando lo stato di diritto”. Lo ha affermato Matteo Renzi, leader di Italia Viva, presentando alla Leopolda  a Firenze Roberto Salis, padre di Ilaria che “da 13 mesi – ha ricordato – sta vivendo in un carcere ungherese in condizioni disumane: vorrei che il pensiero di questo 8 marzo fosse per Ilaria Salis”.

“E’ un appello che faccio al di là dei colori politici: presidente Meloni, su questa vicenda tocca a te intervenire, porta a casa Ilaria e noi saremo pronti ad applaudirti, ma portala a casa prima possibile, perché non è possibile che i sovranisti ungheresi si prendano gioco di noi”.

“Vorrei dire al ministro Tajani che questa vicenda deve essere una priorità, come è stata una priorità per il nostro governo la vicenda dei Marò”, ha aggiunto.

“Quando il ministro degli Esteri ungherese dice ‘l’Italia non interferisca’ – ha proseguito Renzi – il ministro degli Esteri italiano deve dirgli che noi abbiamo il diritto e il dovere di interferire, quando una nostra connazionale è in queste condizioni dopo 13 mesi di detenzione”. In secondo luogo, ha aggiunto il leader di Iv, “voglio dire al primo ministro ungherese, con il quale ho collaborato ai tempi del governo, che si chiama Victor Orban, che tutti noi conosciamo, che se lui ha così in disgrazia gli ideali europei noi lo comprendiamo. Noi non vogliamo forzarlo a rispettare gli standard europei: ma se lui non vuole rispettare gli standard europei, che rinunci ai soldi che i contribuenti italiani stanno dando all’Ungheria”.

“Ci apprestiamo ad avere la prossima udienza il 28 marzo, in cui presenteremo un’istanza per i domiciliari in Ungheria. Con una difficoltà incredibile. Il giudice ungherese ci ha chiesto un contratto affitto a tempo indeterminato e nel quale il padrone di casa non può rescindere il contratto. E’ una violazione delle norme europee che prevedono che chiunque può avere i domiciliari nel paese in cui risiede”, ha detto il papà Roberto.

“Il portavoce di Orban diffama mia figlia dicendo che ha solo la terza elementare. La diffamano dicendo che in Italia è già stata condannata per i reati di cui è accusata in Ungheria. L’ambasciatore ungherese in Italia diffama Ilaria, e poi in Ungheria c’è un altro esponente del governo che porta avanti una posizione inaccettabile per mia figlia. Manca la connessione che c’è nei paesi di diritti in cui il potere esecutivo non interferisce con il potere giudiziario”.

 

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