AgenPress – E’ “cruciale un intervento normativo come quello che il Governo sollecita con questo disegno di legge” su una materia, la cybersicurezza, il cui “stato dell’arte è preoccupante: nel 2023 l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha trattato 1.411 eventi con impatti su soggetti nazionali, circa 117 al mese, con un notevole incremento rispetto al 2022”.
Lo ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano alle commissioni riunite Affari costituzionali-Giustizia della Camera, che inizia l’esame del ddl sulla rafforzamento della cybersicurezza nazionale. Negli attacchi Ddos (Denial of service), ha aggiunto, “sono particolarmente attivi gruppi filorussi e filopalestinesi in concomitanza con provvedimenti e decisioni prese dalle autorità italiane”.
Gli attacchi Ddos (in pratica si invia un’enorme quantità di richieste al sito web obiettivo, che non è in grado di gestirle e quindi di funzionare correttamente), ha sottolineato Mantovano, “mirano a fare un danno anche d’immagine. Poi ci sono i ransomware, che sono la versione informatica dell’estorsione e sono altrettanto preoccupanti. Sono colpite le piccole e medie imprese, ma anche le aziende sanitarie locali ed i privati cittadini. C’è chi paga il riscatto richiesto, spesso in bitcoin, senza denunciare. lasciando così il fenomeno sottotraccia”. Si tratta, ha proseguito l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, “di azioni di pericolosità elevata, che possono fermare una sala operatoria o una linea ferroviaria. E l’intrusione informatica, con la sottrazione di migliaia di dati sensibili, come la cronaca di questi giorni purtroppo denuncia, è punita in misura minore rispetto al furto in un supermercato”. In questo campo, ha quindi lamentato il sottosegretario, “non c’è coordinamento, tutto è lasciato alla buona volontà degli operatori.
Ricordo che pochi giorni dopo avere avuto la delega in materia, mi ha chiamato l’allora direttore dell’Agenzia cyber per dirmi che era in corso un attacco ad un certo ministero ma non riusciva a contattare nessuno di quel ministero perché era sabato pomeriggio. Sono quindi intervenuto chiamando direttamente il ministro interessato. Questo tipo di presidi richiede una presenza continuativa, anche perché gli attacchi si concentrano proprio quando le difese sono allentate”.