Sono aumentati fino al 30% i decessi dei bambini nel mondo

- Advertisement -
- Advertisement -
AgenPress. Malnutrizione, sistemi sanitari sempre più deboli a causa della fuga di personale e soprattutto atroci conflitti a fuoco, in paesi letteralmente dimenticati, che rendono la vita quotidiana un inferno, una lotta costante contro la morte: sono queste le cause scatenanti che hanno portato alla necessità, con il nostro piano di comunicazione globale internazionale all’insegna di una informazione libera e puntuale, con 120 rappresentanti nel mondo, di condurre una nuova drammatica inchiesta sui decessi infantili nel mondo.
Amsi (Associazione Medici Stranieri in Italia) e Umem (Unione Medica Euromediterranea), sotto l’egida del Movimento Uniti per Unire denuncia ufficialmente ai media l’aumento fino al 30% dei decessi dei bambini nel mondo.
Si parte dalla malnutrizione: manca il sostentamento per una alimentazione equilibrata che possa garantire ogni giorno sopravvivenza. A questo si aggiunge la scarsissima igiene, in particolare la contaminazione dell’acqua, che conduce a patologie mortali, da quelle gastrointestinali su tutte.
In Africa, Asia, in Medioriente, in paesi come lo Yemen, anche il poco cibo presente non è sicuro dal punto di vista igienico oltre a non garantire il sufficiente supporto per vivere.
Ma di base è la sanità che crolla a pezzi, dal momento che si tratta di realtà dove, i professionisti, da anni, sono in fuga verso l’Europa e gli Stati Uniti, alla ricerca di un futuro migliore. Un esodo che taglia le gambe, del tutto, alla già scarsa possibilità di cure. E allora mancano i vaccini e i bambini possono morire ogni giorno, con focolai di morbillo e con malattie respiratorie. L’allarme è oggi, l’allarme è adesso, e non può essere ignorato.
«Le nostre inchieste come Amsi, Umem e Uniti per Unire vanno avanti da tempo, e non abbiamo intenzione di fermarci. Da anni denunciamo la realtà di paesi dimenticati, dove la realtà peggiore è anche quella dei conflitti. a fuoco, altra terribile causa scatenante di decessi di innocenti.
Con il progetto Aiutiamoli a casa loro, le nostre associazioni e i nostri movimenti, da tempo, sollecitano, con una comunicazione mirata, con indagini-statistiche e dibattiti e con azioni concrete, le politiche dei paesi economicamente più forti, a creare ponti internazionali sanitari.
Prima di tutto occorre che tutte le nazioni più forti offrano il proprio supporto economico a realtà dove la sanità è debolissima e gode di scarse risorse.
Dopo di che c’è la telemedicina per la formazione a distanza, e poi c’è la nostra continua battaglia per inviare ogni anno decine e decine di professionisti specializzati, non solo per coprire le falle di personale, ma anche per formare i medici e gli infermieri locali e creare terreno fertile per far rinascere i sistemi sanitari di questi Paesi.
Se le politiche possono fare tanto per permettere ai bambini di godere di cibo e acqua pulita, intervenendo sul posto con aiuti umanitari, dall’altra parte il ponte sanitario deve diventare più forte, più solido e cancellare le distanze.
Servono vaccini, servono strumenti sanitari adeguati e personale specializzato, come chirurghi, psicologi, anestesisti, neonatologi, pediatri, ostetrici, eccellenze che noi già da tempo incarichiamo e inviamo con le nostre iniziative.
Non si possono ignorare le morti infantili nei primi giorni di vita per i tanti nati prematuri, non si possono ignorare le donne che non sono supportate a sufficienza nei parti difficili e che rischiano anche la vita in molte circostanze.
E poi c’è la fame, quella maledetta fame, che aumenta in luoghi dove i sanguinosi conflitti a fuoco costringono famiglie con bambini piccoli alla fuga, senza un luogo sicuro per dormire, laddove l’ansia, la paura, il terrore, giocano un fattore decisivo verso la morte nelle prime settimane di vita, laddove le donne non riescono a gestire una gravidanza serena, laddove aumentano a dismisura i bambini mutilati a causa delle bombe e delle esplosioni.
Per questo Amsi, Umem e Uniti per Unire predicano anche con forza il cessate il fuoco nei luoghi dei conflitti di guerra più atroci, quelli di cui non si parla affatto, dove la vita dei bambini è un sottile filo che può spezzarsi da un momento all’altro.
In questo percorso rientra anche l’attività della Scuola Unione per l’Italia, con la sua costante azione di formazione e informazione internazionale, tramite i nostri dibattiti sui social e in web streaming, dando notizia costante sui decessi infantili nel mondo, sulle cause e sulle possibili soluzioni.
L’Oms deve attuare finalmente una politica trasparente e indipendente, dove l’obiettivo numero è il sostegno ai paesi più deboli e in conflitto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità deve supportare l’esercito bianco, ovvero i professionisti sanitari, sono loro con le loro competenze e la loro umanità ad avere la possibilità di salvare tante vite, in particolare quelle delle donne, dei bambini.
Così il Prof. Foad Aodi, Presidente di Amsi e UMEM nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro della Fnomceo e 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Salute Globale, eguaglianza, diritti umani.
- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -