AgenPress. Grazie davvero di essere qui. Saluto ovviamente tutte le autorità, civili, militari, religiose, saluto la stampa, soprattutto saluto gli atleti, i ragazzi che sono qui presenti. E non posso non aprire senza fare dei ringraziamenti. Chiaramente anche io a tutte le persone che hanno dato un contributo di buona volontà per questa scommessa che avevamo fatto e particolarmente voglio ringraziare Padre Maurizio Patriciello perché – come lui correttamente ha ricordato – senza la sua insistenza e determinazione tutto questo non sarebbe iniziato. Voglio ringraziare i Ministri che si sono occupati particolarmente di questa struttura, ma come sapete tutto il Governo è impegnato su Caivano. Ringrazio ovviamente il Ministro Abodi, il Ministro Piantedosi che sono qui oggi con noi.
Consentitemi un ringraziamento particolare al Sottosegretario Alfredo Mantovano perché senza la sua tenacia forse le tempistiche non sarebbero state così veloci; e ovviamente voglio ringraziare il Commissario Ciciliano per la serietà, per la creatività, per la determinazione con la quale ha operato su questo territorio. Io non posso non confessare che la mia emozione stamattina è un po’ ai limiti della commozione. Questa è una di quelle giornate nelle quali l’affanno, i problemi, i sacrifici che fai, l’ansia che a volte ti prende, in cui tutto improvvisamente assume un senso in questa particolare missione che svolgiamo. Perché, benché la sfida di Caivano sia chiaramente stata una delle mie principali scommesse e del Governo, forse non ero preparata all’emozione che ho provato stamattina, dopo pochi mesi dall’ultima volta che eravamo venuti qui e all’impatto della differenza di quello che ci siamo trovati di fronte, non solo per l’impatto visivo, ma per il messaggio che quell’impatto racconta. Il messaggio è che lo Stato può fare la differenza, che le istituzioni possono fare la differenza, che lo Stato può mantenere i suoi impegni, che le istituzioni possono mantenere i loro impegni. E lo Stato qui e le istituzioni si sono comportate come dovrebbero comportarsi sempre. Si sono resi conto di un problema, sono stati chiamati da un cittadino a rendersi conto di un problema, hanno proposto una soluzione, hanno fatto un annuncio e quell’annuncio non è caduto nel vuoto. Quell’annuncio è diventato un fatto che i cittadini possono vedere, che possono toccare, che possono vivere e questo vuol dire accendere una speranza e vuol dire farlo in territori nei quali troppo spesso le istituzioni hanno pensato che di speranza non potesse essercene. È un messaggio molto potente. Chiaramente noi dobbiamo ricordare sempre da dove partiamo per arrivare fin qui. Perché noi partiamo da un orrore, dall’orrore indicibile della violenza perpetrata dal branco su due bambine innocenti alle quali è stato strappato tutto, vittime di un crimine che chiaramente ci toglie il fiato.
Noi siamo partiti da quell’orrore e dal fallimento delle istituzioni che quell’orrore raccontavano, perché le istituzioni qui non erano riuscite a fare la prima cosa che compete loro: che è difendere i più deboli, difendere i più fragili, proteggere i più piccoli. Quando è accaduto questo orrore, come è stato ricordato, Padre Maurizio Patriciello mi scrive. Io conoscevo padre Maurizio Patriciello per le sue “gesta”. Non ci conoscevamo personalmente e mi ha mandato vari messaggi e dopo questo orrore mi manda il messaggio che vi ha ricordato e mi ha detto vieni qui, vieni a vedere i dannati del Parco Verde di Caivano, e io ho deciso di fare esattamente questo. Il 31 agosto dello scorso anno sono venuta al Parco Verde, insieme ai ministri Piantedosi, Abodi, Valditara, al Sottosegretario Mantovano. Abbiamo visitato la parrocchia, abbiamo visitato l’istituto Morano, abbiamo fatto quello che ogni cittadino si aspetta da chi rappresenta le istituzioni: non limitarsi alla condanna doverosa, non limitarsi alla solidarietà, ma dire anche che cosa le istituzioni faranno e sono disposte a fare per evitare che accada di nuovo. Ci siamo assunti le nostre responsabilità facendo una scommessa che era sicuramente impegnativa e che, non a caso, le istituzioni in passato avevano preferito non fare, perché era rischioso. Però io penso che una politica seria debba tentare almeno di mettere la faccia non dove le cose sono facili, dove le cose sono difficili. Questa Nazione ha tollerato per troppo tempo che ci fossero delle zone franche, che lo Stato fosse disposto a indietreggiare, a voltarsi dall’altra parte, ad abbassare la testa, ad avere paura. Lo Stato non se lo può permettere.
Siamo venuti qui e abbiamo detto che la tolleranza verso le zone franche non poteva continuare, che non ci saremmo voltati dall’altra parte, che lo Stato avrebbe reagito partendo da Caivano e che avrebbe gettato le basi per una storia molto diversa: dimostrare che con concentrazione, con impegno, con determinazione le cose possono cambiare, che il degrado e l’abbandono non sono un destino, sono una scelta e come tutte le scelte si possono ribaltare. È quello che abbiamo fatto qui, è quello rispetto a cui oggi dimostriamo di mantenere l’impegno. Abbiamo riportato a Caivano lo Stato, abbiamo riportato alle istituzioni le Forze dell’ordine, abbiamo detto alle persone oneste e per bene che potevano fidarsi delle istituzioni, che dovevano fidarsi delle istituzioni, che saremmo state al loro fianco, che l’illegalità, lo spaccio, il traffico di droga, sarebbero stati finalmente perseguiti con costanza e con determinazione, come dimostrano – e voglio davvero ringraziare il Ministro Piantedosi, il Capo della Polizia Vittorio Pisani, tutte le forze dell’ordine che sono qui presenti – le operazioni ad alto impatto, le operazioni interforze che si sono svolte in questi mesi. Continui controlli straordinari del territorio sui quali non abbiamo smesso di lavorare. Però qui a Caivano siamo orgogliosi di aver riportato anche la speranza e la gioia delle cose normali, delle cose direi banali. Io sono rimasta molto colpita mesi fa dal video di una mamma che qui a Caivano poteva portare suo figlio al parco ed era felice di poter fare una cosa che per la gran parte di noi è la cosa più naturale del mondo, poter uscire di casa, sotto casa, e portare tuo figlio a giocare al parco. Perché qui mancavano le cose più banali. Le abbiamo riportate, l’abbiamo riportato il parco giochi, l’asilo comunale dove far crescere i propri bambini, abbiamo portato più docenti nelle scuole, assistenti sociali che mancano e abbiamo riportato un centro dove poter stare insieme, fare sport, fare comunità, respirare il bello della vita.
Quel centro è il centro in cui ci troviamo oggi, l’ex Delphinia, il simbolo forse più significativo del degrado e dell’abbandono di questo territorio. Quando siamo venuti il 31 agosto noi abbiamo detto che quel centro sarebbe stato bonificato, che sarebbe stato riqualificato, che sarebbe stato ricostruito per le parti dove era necessario ricostruire, che sarebbe stato restituito ai cittadini di Cavano entro la fine di maggio.
Oggi è il 28 di maggio. Abbiamo mantenuto quell’impegno, lo abbiamo fatto grazie al lavoro straordinario, soprattutto della struttura commissariale di Sport e Salute, che davvero ringrazio. Voglio ringraziare Marco Mezzaroma, voglio ringraziare Diego Nepi, perché hanno messo passione in questo lavoro. Non è semplicemente seguire delle indicazioni, è partecipare a un disegno. Ovviamente grazie all’Esercito, grazie a tutte le amministrazioni e gli uffici che hanno fatto la loro parte, perché in questi progetti si riesce solamente quando tutti fanno la loro parte. Io devo ringraziare anche le aziende private che hanno qui scelto di fare beneficenza, che hanno scelto di partecipare con quello che potevano fare. Il privato, il pubblico, le istituzioni, le Forze dell’ordine, le società che si mettono insieme. Quando siamo arrivati qui c’era solo degrado, c’era incuria, c’era abbandono, e oggi sorge un centro polifunzionale dedicato allo sport, alla cultura, all’arte, alla natura.
In questo centro si potranno praticare circa 44 discipline sportive. Voglio ringraziare la collaborazione delle Fiamme Oro che vedete qui oggi, ringrazio di nuovo, saluto gli atleti che aiuteranno a gestire il centro. Il centro sarà immediatamente operativo. Domani inizieranno gli open day, il 10 giugno prenderanno vita anche i campi estivi per i bambini e i ragazzi di questo territorio. C’è un parco urbano attrezzato che è dedicato alla memoria di un martire, di un eroe antimafia come il giudice Rosario Livatino, dove i cittadini possono trascorrere la propria giornata a fare sport all’aria aperta. Ma non è tutto, perché qui nei prossimi mesi sorgerà anche un nuovo teatro da 500 posti e un anfiteatro esterno da 1000 posti. E quindi il centro sportivo, il parco urbano, il teatro e l’anfiteatro, faranno parte di un grande polo dello sport e della cultura dell’arte, che noi abbiamo scelto di dedicare a uno dei più grandi interpreti della canzone italiana, della cultura italiana, e quell’uomo è Pino Daniele.
Io voglio ringraziare suo figlio Alessandro, che è qui con noi oggi, che ci ha dato l’autorizzazione a dedicare questo centro a Pino Daniele e che è anche Presidente della Fondazione dedicata al padre e si occupa di conservare la sua memoria, di promuovere lo straordinario patrimonio culturale e musicale che ci ha lasciato Pino. È un’eredità musicale che mi piace pensare possa camminare anche sulle gambe dei bambini di Caivano che insieme all’Antoniano hanno dato vita al Piccolo coro di Caivano e che l’altro ieri si sono esibiti anche alla presenza di Papa Francesco a San Pietro.
E quindi grazie Alessandro davvero per la tua disponibilità e complimenti ai ragazzi del Liceo artistico Emilio Sereni e Afragola Cardito che hanno realizzato questa bellissima opera dedicata a Pino Daniele che tra poco vedremo. Tanti piccoli e grandi mattoni, molti dei quali sono stati già posati in questi mesi. Penso al rafforzamento amministrativo e gestionale dell’amministrazione comunale, il trasporto per i bambini disabili, la messa a disposizione del Comune di alcune vetture sequestrate alla criminalità organizzata, il potenziamento degli uffici giudiziari, i lavori di messa in sicurezza della rete idrica, l’avvio dei lavori di riqualificazione della Villa comunale di Pascarola e molto altro. Molti altri mattoni verranno posati nei prossimi mesi, perché il lavoro che stiamo facendo non è finito e non finisce oggi. Questa è solamente una tappa del nostro lavoro, sono molti altri gli interventi in via di realizzazione.
Penso alla realizzazione del centro di coordinamento della Protezione civile, penso all’accordo stretto dal Ministero dell’Università con le università campane che ci permetterà di realizzare il Polo universitario di Caivano, un campus universitario da 3.800 metri quadri che ospiterà diversi corsi di laurea. Penso anche al futuro polo universitario di Afragola dell’Università Federico II di Napoli, polo che nascerà dentro un bene sequestrato alla mafia, Villa Moccia di Afragola, villa simbolo del potere del clan sul territorio. Qui nascerà la Scuola delle Arti e dei Mestieri, cioè un centro di formazione e di valorizzazione delle competenze per i nostri ragazzi.
Ecco uno spaccato del nostro lavoro, un lavoro che abbiamo portato avanti prima di tutto per sfidare noi stessi, ma anche per dire che è molto più seria una politica che prova a risolvere il problema a costo di fallire che una che preferisce fingere che quel problema non esista e voltarsi all’altra parte. Voglio dire senza polemica al Presidente della Regione Campania De Luca, che ieri parlava di questa giornata con una passeggiata del Governo, Presidente De Luca, che se tutte le volte che la politica passeggia portasse questi risultati avremmo sicuramente una politica più rispettata da parte dei nostri cittadini.
Quindi continueremo a passeggiare, a portare risposte, perché è quello che fa una politica seria. Faremo di Caivano un modello per la Nazione intera, dimostreremo che si poteva fare e esporteremo quel modello. In molte altre Caivano d’Italia, ricordo che con il Decreto Coesione noi abbiamo investito 3 miliardi di euro di fondi europei per le periferie di 14 città metropolitane, 39 città medie del Sud su un programma finalizzato alla rigenerazione urbana, al recupero delle aree disagiate e degradate. Cioè su un programma che significa che avremo molte altre Caivano. Faremo vincere lo Stato sulla criminalità organizzata, sul degrado, sull’abbandono, sulla rassegnazione. È certo che è un imperativo gravoso, ma è quello che gli italiani si aspettano da noi ed è quello che faremo.