AgenPress. Un figlio o un cagnolino? Questo è il problema? Non è la prima volta che Papa Francesco torna sull’argomento. Prima durante il suo viaggio in Asia e ora rivolto a un raduno di giovani economisti, ha raccomandato a chi lo ascoltava di “fare figli, invece di avere un gatto o un cagnolino”. Questa volta aggiungendo che l’Italia, a questo proposito, andrebbe “bastonata”.
Non mi sfuggono le buone intenzioni di Francesco, delle quali sono certa, però io temo che il pensiero del Papa, così come riportato nei titoli, possa giustificare una semplificazione che ci allontana dal cuore del problema.
A mio parere è importante dare attenzione al fatto che fare dei figli, la genitorialità, non rappresenta un valore in sé. Quel che invece è davvero importante è la genitorialità responsabile e consapevole. Chi decide di mettere al mondo una nuova vita sigla il più sacro degli impegni morali e non si può in alcun modo paragonare questa decisione con quella di accompagnarsi ad un animale da affezione, come un cagnolino o un gatto.
Responsabile, in realtà, è anche chi decide di non fare figli perché non ritiene quella decisione compatibile con la sua personalità, con le sue scelte di vita o, tragicamente, con le sue possibilità economiche. I figli non sono capricci o incidenti: devono essere voluti, perché questa è l’unica garanzia che possano essere poi amati, educati ed accuditi come meritano.
In ultimo una parola anche per i cani e i gatti. Questi piccoli esseri, che popolano il mondo, non sono dei giocattoli o dei diversivi. E sono davvero importanti perché allietano e riempiono la vita di tante persone sole, abbandonate da tutti gli altri cosiddetti umani. In alcun modo, però, decidere di accudirne uno si può considerare alternativo alla decisione di avere un figlio.
Il Papa è giustamente preoccupato per la crisi demografica del nostro Paese, come lo siamo tutti, ma sono certa che sia consapevole che nessun individuo ragionevole possa davvero scegliere tra un bimbo e un gatto.