AgenPress. Diverse denunce querele di persone che si ritenevano truffate dal loro difensore in procedimenti civili e che, sulla base di accordi transattivi con le controparti risultati falsi e di provvedimenti dei Tribunali di Ascoli Piceno, Fermo e Teramo risultati anch’essi falsi, avevano effettuato pagamenti di ingenti somme ritenendole destinate ai propri creditori, pagamenti che invece erano stati incassati da altri soggetti; parallelamente dai Tribunali di Ascoli Piceno e Teramo giungevano analoghe comunicazioni relative a riscontri di falsi documentali riferibili al medesimo avvocato.
Le truffe ai danni dei propri clienti venivano realizzate dall’avvocato:
- attraverso la formazione di falsi accordi transattivi fatti sottoscrivere dai propri clienti
nell’ambito di procedimenti civili relativi a recupero crediti, pignoramenti immobiliari,
procedure rilascio immobile…., in tali accordi -in realtà non sottoscritti dalla
controparte del procedimento civile, non inseriti agli atti del procedimento e non
conosciuti dal Giudice- si prevedeva il versamento a favore di società costituite allo
scopo da soggetti ulteriori (anch’essi sottoposti ad indagine per concorso nelle truffe
pluriaggravate e nei successivi autoriciclaggi e riciclaggi del profitto delle truffe) di
somme anche ingenti; tali società avevano nome quasi identico alle società realmente
creditrici e controparti nel procedimento civile (cambiando a volte solo la
punteggiatura, o la spaziatura, o indicando “srls” invece del reale “srl”); a tali falsi atti
di transazione si affiancavano falsi provvedimenti emessi da Giudici del Tribunale di
Teramo, Ascoli Piceno e Fermo (che ratificavano i falsi accordi transattivi e che
disponevano il versamento delle somme su specifici IBAN di società costituite allo
scopo); - attraverso la simulazione di procedimenti civili in realtà inesistenti, falsificando atti e
provvedimenti giudiziari (tra cui procedure di liquidazione in realtà inesistenti e falsi
provvedimenti giudiziari che autorizzavano compravendite in tale ambito, di apertura
e chiusura della liquidazione, di nomina dell’avvocato commissario liquidatore, di
autorizzazione allo stesso a concludere operazioni di compravendita stabilendo il
versamento di somme di denaro direttamente sul c/c del commissario liquidatore); - falsificando altri provvedimenti giudiziari per rassicurare i propri clienti sull’andamento
delle procedure; - formando false ricevute di versamento di contributi e diritti di cancelleria per attività
difensiva e facendosi corrispondere l’importo falsamente versato.
Il tutto in concorso con altri soggetti che costituivano società con ragione sociale quasi identica a quella delle società creditrici e aprivano c/c quasi sempre all’estero oppure on line dove i clienti dell’avvocato versavano le somme di denaro ritenendo di versarle ai propri creditori, effettuando poi ulteriori movimentazioni bancarie volte ad ostacolare la ricostruzione della provenienza di tale denaro.
Le truffe (contestate tutte all’avvocato e singolarmente ad altri specifici soggetti) per le quali -allo stato- sono stati raccolti gravi elementi indiziari- sono 7 con un danno delle persone offese corrispondente alle somme versate per complessivi 200.000 euro.
Le operazioni di autoriciclaggio effettuate attraverso varie operazioni bancarie volte a
ostacolare la identificazione della provenienza delittuosa del denaro (operazioni tutte
contestate all’avvocato e ciascuna ad altri specifici soggetti) riguardano allo stato
complessivamente euro 152.000.
Le operazioni di riciclaggio (contestate al commerciante sottoposto a misura cautelare e ad
altri soggetti) riguardano la complessiva somma di 39.000 euro.
All’avvocato sono anche contestati i reati di falso materiale aggravato per la formazione di
falsi provvedimenti giudiziari dei Tribunali di Ascoli Piceno, Teramo e Fermo.
Oltre ai due soggetti tratti in arresto, sono sottoposte ad indagine per i reati di concorso in
truffa pluriaggravata, autoriciclaggio e riciclaggio altre quattro persone
