AgenPress. “Come emerge dalla ricerca Per una Primavera demografica, pubblicata a giugno dalla Fondazione Magna Carta, il timore di non riuscire a conciliare vita lavorativa e familiare prevale proprio nelle regioni italiane con una maggiore offerta di lavoro e sistemi di servizi più sviluppati. Queste paure frenano la decisione di mettere al mondo un figlio, spingendo molti a rimandare o escludere del tutto tale scelta”, così la senatrice Annamaria Parente, Direttrice dell’Osservatorio sulla Crisi Demografica di Magna Carta, intervenendo all’evento “Nascere: una ‘questione’ non solo privata. Un’alleanza tra Stato e aziende per sconfiggere la denatalità”, che si è tenuto oggi all’Auditorium Engineering di Milano.
“Fenomeni come la denatalità non dipendono solo da fattori economici, ma da ragioni più profonde, culturali e antropologiche”, ha aggiunto Parente. “A Milano, ad esempio, nonostante il tessuto produttivo sia molto avanzato, l’età media delle mamme al primo parto è 35 anni. Le aree interne della Lombardia, negli ultimi dieci anni, hanno perso il 4,1% della popolazione. Di fronte a questi dati, dunque, diventa essenziale che le politiche pubbliche sostengano le iniziative imprenditoriali che favoriscono natalità e genitorialità, evitando che le aziende, le donne e le famiglie restino sole nell’affrontare sfide così complesse. Quello che serve è un’alleanza forte tra Stato e aziende. Solo una strategia condivisa e continuativa, che superi i limiti dell’alternanza politica, può produrre risultati tangibili, a livello regionale e nazionale.
Per questo motivo, la Fondazione Magna Carta e i suoi partner, Jointly, WellMakers by BNP Paribas e ACEA – leader nel welfare aziendale e nel wellbeing – hanno istituito l’Osservatorio sulla Crisi Demografica: una struttura permanente dedicata alla ricerca, al monitoraggio continuo dei dati sulla natalità e delle relative politiche pubbliche e aziendali. Le scelte fatte oggi in tema di natalità,” conclude Parente, “avranno un impatto sulle tendenze demografiche dei prossimi quindici, venti anni. È necessario creare ambienti favorevoli alle nascite, partendo proprio dai luoghi di lavoro”.