Fondazione OMRI: La Costituzione e i simboli della Repubblica. L’intervento del Prof. Andrea Morrone alla Prefettura di Bologna

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L’evento organizzato dalla Fondazione OMRI in collaborazione con la Prefettura di Bologna ha visto gli interventi del Prefetto Francesco Tagliente e del Prefetto Enrico Ricci, che hanno introdotto la giornata dedicata ai valori della Costituzione e dei simboli della Repubblica. L’Avv. Mauro Pacilio ha portato un saluto istituzionale, mentre il Dott. Michele D’Andrea ha concluso con una coinvolgente “lezione spettacolo” sui simboli nazionali. Un incontro significativo che ha celebrato i principi fondamentali della nostra democrazia


AgenPress. In occasione della Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera, il Prof. Andrea Morrone ha tenuto un intervento di grande spessore, incentrato sul significato dei simboli della Repubblica, con un’attenzione particolare alla bandiera e all’inno nazionale, elementi che rappresentano i valori fondanti della nostra Costituzione.

 

Il Prof. Morrone ha sottolineato l’importanza di comprendere che il tricolore, l’inno e lo stemma non sono semplici decorazioni, ma simboli che trovano il loro significato e la loro forza nella forma della Repubblica e, soprattutto, nella Costituzione. La relazione tra questi simboli e la Costituzione è strettissima, poiché essi esprimono i principi alla base della nostra democrazia e civiltà repubblicana. Non si tratta solo di espressioni visive, ma anche ideologiche: la bandiera e l’inno incarnano i valori di libertà, uguaglianza e fraternità.

Ha approfondito l’origine storica dei simboli, tracciando il loro legame con la tradizione del costituzionalismo liberale. Ha evidenziato come la bandiera e l’inno siano espressioni della nascita dello Stato costituzionale, in particolare nel contesto della Rivoluzione Francese, un periodo che ha dato forma alla “nuova Repubblica”. In quel periodo, la necessità di una nuova simbologia per legittimare e rappresentare i principi della Repubblica divenne evidente. Simboli come il tricolore e l’inno (la Marsigliese) vennero adottati come emblemi della lotta per i diritti e la libertà dei cittadini, valori che si sarebbero poi riflessi anche nella nostra Costituzione.

Ha esaminato la recezione del modello francese in Italia, mettendo in luce come, durante il periodo delle Repubbliche giacobine (1796-1799), la politica e la simbologia repubblicana si affermassero anche in Italia, nonostante il contesto di frammentazione territoriale e la mancanza di un’unità nazionale. A partire dalla fine del Settecento, con l’introduzione del tricolore e la sua esposizione in vari luoghi simbolici, come a Montecchio, il tricolore diventa un segno di identità e di resistenza contro il dominio straniero. Fu grazie alla proposta di un costituzionalista di Lugo, Giuseppe Compagnoni, titolare della prima cattedra di Diritto costituzionale d’Europa, se la Repubblica Cispadana adotto il 7 gennaio 1797 il tricolore nazionale.

Un altro punto centrale dell’intervento di Morrone è stato l’inno nazionale, scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro. L’inno, come il tricolore, ha radici nella lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia. Morrone ha messo in evidenza le connessioni con la Marsigliese, simbolo della Rivoluzione Francese, ma anche la sua evoluzione come espressione del patriottismo italiano, specialmente grazie alla sua celebrazione nell’opera di Giuseppe Verdi. L’inno di Mameli non è solo un canto di guerra, ma un simbolo di unità, di lotta per la libertà e di sacrificio per la patria. I suoi contenuti marcano le tappe fondamentale della nostra storia passata, tracciando il percorso che ha portato prima all’unità nazionale e poi alla Repubblica democratica e ai suoi sviluppi successivi.

Morrone ha anche osservato che, pur se la bandiera aveva trovato un’adozione più rapida, l’inno ha avuto una sorte più altalenante, con periodi di rifiuto e successiva accettazione, fino a divenire finalmente il simbolo nazionale che conosciamo oggi.

Nel corso della storia, la percezione dei simboli nazionali è stata soggetta a diverse vicissitudini politiche. Morrone ha ricordato come, durante il ventennio fascista, la simbologia nazionale fosse stata piegata a un’interpretazione nazionalista, e come la Resistenza e la successiva costruzione della Repubblica Italiana abbiano visto un recupero di questi simboli in un contesto democratico. Tuttavia, l’approvazione definitiva dell’inno nazionale come emblema della Repubblica è arrivata solo con la Legge n. 181/2017, che ha riconosciuto ufficialmente il “Canto degli italiani” come inno nazionale.

La costituzionalizzazione dei simboli: Un appello alla dignità costituzionale dell’Inno nazionale

Nel corso dell’evento, il Prof. Morrone ha sottolineato anche l’importanza di un passo fondamentale che potrebbe segnare un ulteriore rafforzamento del valore simbolico dell’inno nazionale: il riconoscimento della sua dignità costituzionale.

A tal proposito, il Prefetto Francesco Tagliente, Presidente della Fondazione OMRI ha recentemente indirizzato una richiesta formale ai Presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, chiedendo che l’inno nazionale venga riconosciuto come principio fondamentale della nostra Costituzione. Questo appello sottolinea l’importanza di attribuire all’inno il giusto valore istituzionale, elevandolo a simbolo non solo di identità, ma anche di coesione e unitarietà, nel pieno rispetto dei principi repubblicani e della nostra storia comune.

L’intervento del Prof. Morrone ha offerto una riflessione profonda e articolata sul significato dei simboli della Repubblica, mostrando come la bandiera e l’inno siano espressioni fondamentali della nostra Costituzione e dei suoi valori. Non sono solo segni visibili, ma dispositivi di unificazione politica, che ci richiamano continuamente ai principi di libertà, uguaglianza e fraternità che fondano la nostra identità nazionale. È grazie ai simboli della Repubblica, come la Costituzione italiana, che la comunità nazionale può convivere mediante la congiunzione di passato, presente e futuro.

Il Prefetto di Bologna, Enrico Ricci, ha aperto la giornata con un caloroso saluto, esprimendo il suo apprezzamento per l’importanza della Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera. La sua presenza ha unito l’aspetto istituzionale con quello umano, sottolineando l’importanza della memoria storica e della coesione sociale.

Il Prefetto Francesco Tagliente, Presidente della Fondazione OMRI, ha svolto un ruolo fondamentale nell’organizzazione dell’incontro, accogliendo i partecipanti e aprendo la discussione con un discorso che ha rimarcato i valori più profondi della nostra Costituzione e l’importanza di educare le giovani generazioni alla cittadinanza attiva.

Un saluto speciale è stato rivolto anche all’Avvocato Mauro Pacilio, Vicepresidente della Fondazione OMRI, che ha portato il suo contributo con una breve ma significativa riflessione. La sua presenza ha sottolineato l’impegno della Fondazione nel promuovere una cultura di cittadinanza consapevole e di rispetto per i valori della Repubblica.

Infine, il Dott. Michele D’Andrea, divulgatore storico e membro della Fondazione OMRI, ha incantato il pubblico con la sua conferenza spettacolo dal titolo “Le note e i colori. Viaggio non scontato intorno ai simboli della Repubblica”. Il suo intervento ha offerto un’affascinante e approfondita analisi dei simboli che rappresentano l’identità della nostra nazione, esplorando la loro storia, la musica e la cultura visiva che li ha plasmati. La sua capacità di unire narrazione storica e spettacolarizzazione ha catturato l’attenzione di tutti i presenti, suscitando ripetuti applausi, in particolare da parte degli studenti delle scuole superiori e delle università. La sua riflessione sui simboli della Repubblica, vissuti non solo come segni istituzionali ma come elementi vivi di un’identità condivisa, ha lasciato un’impressione indelebile su tutti coloro che hanno partecipato.

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