AgenPress – Accompagnato dalla moglie Sara, il premier israeliano Benjamin Netanyahu è in visita nella capitale ungherese dove è stato ricevuto da Viktor Orban, sfidando il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) per la guerra in Medio Oriente.
“Il primo ministro Netanyahu a Budapest, il luogo più sicuro d’Europa. Benvenuto in Ungheria, primo ministro!” ha scritto Orban su X postando un’immagine del loro incontro. Il capo dello staff del primo ministro Orban, Gergely Gulyas, su Facebook ha scritto inoltre che “il governo avvierà la procedura di ritiro oggi, in conformità con il quadro giuridico costituzionale e internazionale”.
Parlando insieme a Netanyahu a Budapest, Orbán ha affermato che il suo governo ha deciso di abbandonare la corte perché è diventata “uno strumento politico”.
“Questo tribunale molto importante è stato ridotto a uno strumento politico e l’Ungheria non desidera avere alcun ruolo in questo”, ha detto Orbán ai giornalisti durante la conferenza stampa congiunta. Netanyahu ha elogiato la decisione definendola “coraggiosa e basata sui principi”, elogiando l’Ungheria per il suo “orgoglioso” sostegno a Israele.
“Questo è importante non solo per noi, ma per tutte le democrazie… è importante opporsi a questa organizzazione corrotta”, ha affermato. Il primo ministro israeliano ha detto che si aspetta che l’Ungheria sia il primo, ma non l’ultimo paese a uscire dalla corte.
La visita di Netanyahu in Ungheria ha segnato la prima volta che il leader israeliano ha messo piede sul suolo europeo da quando la CPI ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti e del suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant, nonché nei confronti di tre alti funzionari di Hamas, nel maggio 2024.
La corte ha affermato di avere “ragionevoli motivi” per credere che Netanyahu abbia la responsabilità penale per crimini di guerra, tra cui “la fame come metodo di guerra” e “i crimini contro l’umanità di omicidio, persecuzione e altri atti disumani”.
Netanyahu ha respinto il mandato definendolo “assurdo e antisemita”.
“Israele respinge categoricamente le azioni assurde e false e le accuse mosse contro di esso dalla Corte penale internazionale, che è un organo politicamente parziale e discriminatorio”, aveva affermato il suo ufficio.
La CPI non ha poteri di applicazione della legge propri, quindi si affida ai suoi stati membri per effettuare arresti e trasferire i sospettati all’Aja. In quanto firmataria dello Statuto di Roma, che ha istituito la corte nel 2002, l’Ungheria è obbligata ad arrestare Netanyahu, il quale oggi ha ringraziato Orban definendo una “decisione coraggiosa e di principio” la decisione. “E’ importante opporsi a questa organizzazione corrotta”.