AgenPress. Papa Leone XIV tratteggia così le vite dei sette nuovi santi, canonizzati ieri mattina sul sagrato della Basilica di San Pietro. Vite diventate straordinarie grazie all’amore di Dio che le ha animate e supportate nella dedizione verso i più fragili, nella difesa delle verità di fede, nella carità che non si arrende alle difficoltà. Ricevendo in Aula Paolo VI i pellegrini venuti per la canonizzazione dei martiri Pietro To Rot e il vescovo Ignazio Choukrallah Maloyan, delle religiose Maria Troncatti, Vincenza Maria Poloni e Carmen Rendiles Martínez, e i laici Bartolo Longo e José Gregorio Hernández Cisneros, il Pontefice trae da ognuno un messaggio valido per i nostri giorni soprattutto di fronte alle ingiustizie sociali.
Frutti di pace e riconciliazione in Armenia
“Un pastore secondo il cuore di Cristo” è il ritratto che Papa Leone fa del vescovo martire armeno Ignazio Choukrallah Maloyan. Un pastore che difese il suo gregge, non rinnegò la fede in cambio della libertà, morì da martire per Dio.
Questo mi fa pensare con affetto al popolo armeno, che incide la croce sulle pietre come segno della sua fede salda e incrollabile. Possa l’intercessione del nuovo Santo rinnovare il fervore dei credenti e portare frutti di riconciliazione e pace per tutti.
“Un semplice catechista” con “un coraggio straordinario” in grado di gridare la verità anche se nel nascondimento. È San Pietro To Rot, esempio – afferma il Papa – della profonda fede del popolo della Nuova Guinea, che sfidò le forze di occupazione durante la seconda guerra mondiale soprattutto quando resero possibile la poligamia. Un uomo che si affidava completamente a Dio nella preghiera.
Possa l’esempio di San Pietro To Rot incoraggiarci a difendere le verità della fede, anche a costo di sacrifici personali, e ad affidarci sempre a Dio nelle nostre prove
Figli e fratelli dello stesso Venezuela
Per ricordare le figure di san José Gregorio Hernández, il medico dei poveri, e santa Carmen Rendiles, fondatrice della congregazione delle Serve di Gesù, Leone XIV richiama una lettera dei vescovi del Venezuela nella quale, esprimendo la gioia per l’evento, auguravano che fosse “un forte stimolo affinché tutti i venezuelani si riuniscano e sappiano riconoscersi come figli e fratelli della stessa Patria, riflettendo così sul presente e sul futuro, alla luce delle virtù che questi santi hanno vissuto in modo eroico”.
Le virtù, luce nuova
Il Pontefice si sofferma proprio sulle virtù: la fede, in primis, capace di trasformare una vita normale in “una lampada che ogni giorno illuminava tutti con una luce nuova”. Poi la speranza che spinge a vivere raggiungendo obiettivi concreti e non “effimeri”, “indegni e degradanti”. Infine la carità “che ci fa trovare il vero senso della vita e ci chiede di costruirla attraverso il servizio, sia ai malati, sia ai poveri, sia ai più piccoli”.
Un fratello da rispettare e amare
Il Papa guarda all’oggi, invita ad osservare queste persone simili a noi, con problemi che non ci sono estranei e a cogliere il senso della santità.
Partendo dal presupposto che chi vive accanto a me – come me, come loro – è chiamato alla stessa santità, devo vederlo innanzitutto come un fratello da rispettare e da amare, condividendo il cammino dell’esistenza, sostenendoci nelle difficoltà e costruendo insieme il regno di Dio con gioia
Nel servizio ai più fragili fiorisce la santità
Esempi di carità e dedizione agli altri sono le storie della santa salesiana suor Maria Troncatti che dedicò la sua vita alle popolazioni indigene dell’Ecuador con competenza medica e suor Maria Paoloni, fondatrice delle Suore della Misericordia, animata dall’amore per gli ammalati e gli emarginati. Per il Papa suor Troncatti è “esempio di una carità che non si arrende nelle difficoltà, trasformandole piuttosto in occasioni per un dono gratuito e totale di sé”. Suor Paoloni, che nutrì il suo impegno sociale con una profonda spiritualità mariana, insegna “a perseverare nel servizio quotidiano ai più fragili”, sottolinea Leone XIV. Ed “è proprio lì che fiorisce la santità di vita!”.
L’apostolo del Rosario
Infine parlando di Bartolo Longo, il Papa ricorda la sua conversione da uomo lontano da Dio ad una vita fatta di opere di misericordia e sostenuta dall’amore per Maria. Invita poi il Santuario di Pompei, di cui Longo è stato fondatore, a custodire e diffondere il fervore di questo “apostolo del Rosario”.
Di cuore raccomando questa preghiera a tutti, ai sacerdoti, ai religiosi, alle famiglie, ai giovani. Contemplando i misteri di Cristo con lo sguardo di Maria, giorno per giorno assimiliamo il Vangelo e impariamo a praticarlo.