AgenPress. Dopo l’interrogatorio preventivo — come previsto dalla legge — il GIP ha accettato la misura cautelare nei confronti di Cuffaro e di altri due tra gli indagati.
Invece la richiesta di arresti domiciliari per Saverio Romano — deputato e coordinatore del partito Noi Moderati — è stata respinta.
La decisione nei suoi confronti segue la procedura standard: essendo parlamentare, la misura cautelare richiedeva anche — in prospettiva — un’autorizzazione da parte del Parlamento.
La richiesta di misure cautelari partì all’inizio di novembre 2025, quando la procura di Palermo notificò un “avviso di arresto” a 18 indagati.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di: associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione e manipolazione di appalti pubblici — in particolare nel settore della sanità ma non solo.
La perquisizione ha portato al sequestro di circa 80.000 euro in contanti presso la residenza di Cuffaro, anche se parte del sequestro — per 39.000 euro — è stato successivamente annullato dal Riesame, che ne ha ritenuto legittimo il possesso.
Con gli arresti domiciliari, Cuffaro non potrà svolgere liberamente attività pubbliche o private; la misura cautelare limita fortemente i suoi spostamenti e la libertà personale.
Per Romano, l’archiviazione della richiesta cautelare al momento evita restrizioni, ma l’inchiesta prosegue — eventuali sviluppi potrebbero richiedere un’autorizzazione a procedere da parte del Parlamento.
Per gli altri indagati si attende la decisione del GIP dopo interrogatorio oppure l’archiviazione: il procedimento è complesso e riguarda un numero vasto di persone e dirigenti pubblici.
