Corte d’Appello: i dazi imposti da Trump restano in vigore, almeno per ora

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AgenPress. I dazi doganali imposti dall’ex presidente Donald Trump su centinaia di miliardi di dollari di merci cinesi resteranno in vigore, almeno temporaneamente. La decisione arriva dalla Corte d’Appello federale degli Stati Uniti, che ha respinto il tentativo di numerose aziende americane di ottenere l’annullamento immediato delle tariffe introdotte durante l’amministrazione Trump, tra il 2018 e il 2020, nel pieno della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

La sentenza, emessa dalla Corte d’Appello del Circuito Federale, conferma in sostanza quanto stabilito in primo grado: pur riconoscendo che ci siano state “imperfezioni procedurali” nel processo decisionale del governo, queste non sono sufficienti per invalidare le misure tariffarie adottate.

I dazi in questione fanno parte di una serie di misure adottate da Trump per colpire le importazioni cinesi, accusando Pechino di pratiche commerciali sleali, furto di proprietà intellettuale e squilibri sistemici nel commercio bilaterale. Le tariffe – che variano dal 7,5% al 25% su centinaia di categorie merceologiche, dai macchinari ai prodotti elettronici – hanno provocato forti tensioni economiche tra le due potenze e gravi ripercussioni su molte imprese americane.

Più di 3.500 aziende statunitensi, tra cui colossi come Tesla, Ford, e Home Depot, avevano fatto causa al governo, sostenendo che l’Ufficio del Rappresentante per il Commercio (USTR) avesse superato i limiti della propria autorità e ignorato le procedure previste dalla legge nel modificare e ampliare i dazi iniziali.

La Corte ha però stabilito che, pur in presenza di carenze nella motivazione, l’USTR ha agito entro i confini della propria discrezionalità. Di conseguenza, i dazi restano validi, almeno fino a una nuova pronuncia definitiva o a una revisione politica da parte dell’attuale o di una futura amministrazione.

La decisione è stata accolta con soddisfazione da esponenti del Partito Repubblicano, che vedono nei dazi uno strumento di pressione legittimo nei confronti della Cina. I Democratici, invece, restano divisi: alcuni chiedono una revisione delle tariffe per ridurre l’impatto sui consumatori e sulle imprese americane, mentre altri le considerano ancora utili per contenere l’espansionismo economico cinese.

Il presidente Joe Biden, pur avendo criticato in passato le modalità con cui Trump ha gestito la guerra commerciale, ha finora mantenuto la maggior parte delle tariffe in vigore, utilizzandole come leva nei negoziati con Pechino.

La decisione della Corte non chiude definitivamente il caso. Gli avvocati delle imprese colpite potrebbero decidere di ricorrere alla Corte Suprema, mentre l’USTR potrebbe ancora correggere eventuali vizi procedurali per rafforzare la legittimità delle tariffe.

Nel frattempo, il commercio tra Stati Uniti e Cina resta incerto, sospeso tra logiche protezionistiche, pressioni politiche interne e le complesse dinamiche di una competizione globale sempre più accesa.

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