AgenPress. In un intervento a margine del Meeting di Rimini, dopo lo sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi chiarisce che anche la sede romana di CasaPound rientra nella lista degli immobili da liberare. “Da prefetto di Roma sono stato io a inserirla nell’elenco dei centri da sgomberare. Prima o poi arriverà anche il suo turno”, afferma Piantedosi.
Alla domanda su una possibile contraddizione rispetto all’opinione del collega di governo, il ministro della Cultura Alessandro Giuli — che aveva accennato alla possibilità di non sgomberare la sede se “si legalizzasse in qualche modo” — Piantedosi risponde: “Credo abbia detto che, se si legalizza, potrebbe non essere sgomberato. È successo già ad altri centri: il comune di Roma ha comprato strutture per renderle legali, ed è già accaduto in altre città”.
Il Viminale segnala almeno 126 occupazioni abusive di immobili di area anarco-antagonista e due legate alla destra estrema: la sede di CasaPound a Roma (via Napoleone III) e lo Spazio Libero Cervantes a Catania.
Piantedosi, già da tempo, ha chiesto un censimento nelle strutture in questione (CasaPound e Spin Time) per verificare chi vi risiede e gestire eventuali ricollocazioni di persone vulnerabili.
Storicamente, l’edificio occupato da CasaPound (in via Napoleone III) è presente nella graduatoria stilata nel 2022 fra gli immobili da sgomberare: inserito all’ottavo posto nella lista predisposta da Piantedosi come prefetto di Roma.
Piantedosi non ha fornito un calendario preciso per lo sgombero. “Prima o poi arriverà il suo turno”, ha precisato, lasciando intendere che non ci saranno interventi imminenti nel breve periodo.
Con questa mossa, il governo conferma l’impegno contro le occupazioni abusive, senza alcun privilegio per strutture legate all’estrema destra.