Elezioni Regionali Veneto. Alberto Stefani eletto governatore

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AgenPress. Alberto Stefani, 33 anni, deputato della Lega, è stato eletto nuovo presidente della Regione. Con oltre il 60% dei voti, ottiene una vittoria netta contro il candidato del centrosinistra Giovanni Manildo, che si attesta intorno al 30%.

Stefani nasce a Camposampiero (Padova) il 16 novembre 1992. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Padova (110 e lode), ha concentrato anche la sua ricerca in diritto canonico.

La sua carriera politica è rapida: entra giovanissimo nella Lega, diventa consigliere comunale a Borgoricco nel 2014, sindaco nel 2019, e dal 2023 è segretario regionale della Liga Veneta.  Dal 2024 è anche vicesegretario federale della Lega. Ha inoltre guidato la commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale.

La sua candidatura è emersa nel contesto di una strategia ben definita del centrodestra. Matteo Salvini ha fortemente sostenuto Stefani come erede politico di Luca Zaia, che ha governato il Veneto per 15 anni. L’8 ottobre 2025, durante un vertice tra i leader del centrodestra, è arrivato l’accordo formale: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, UDC, Noi Moderati e Liga Veneta Repubblica lo hanno appoggiato.

Nel suo programma elettorale, Stefani ha promesso nessuna nuova tassa, in particolare evitando un’addizionale Irpef regionale. Ha anche messo al centro il tema sociale, con l’idea di creare un fondo per incentivare medici e infermieri. Sui migranti, ha dichiarato: «solo se c’è lavoro» – frase che sottolinea la logica della selezione basata sulla capacità di contribuire.

Stefani non si presenta come una rottura radicale rispetto a Zaia, ma piuttosto come un continuatore di un modello territoriale e amministrativo che ha dato buoni risultati. Ha espresso gratitudine per i 15 anni di governo della Lega guidati da Zaia e ha parlato di una “nuova stagione” in cui unire intraprendenza, creatività e identità veneta.

Allo stesso tempo, la sua elezione rappresenta una svolta generazionale: con i suoi 33 anni, è tra i governatori più giovani nella storia regionale italiana.

Salendo a Palazzo Balbi, Stefani eredita una regione forte dal punto di vista economico, con un tessuto manifatturiero molto vivace e una forte autonomia locale.

Tuttavia, le sfide non mancano:

Invecchiamento demografico: il Veneto deve affrontare il problema della popolazione anziana e il relativo impatto sul welfare.
Mercato del lavoro: garantire posti di lavoro, soprattutto per i giovani, sarà cruciale.
Ambiente e rischio idrogeologico: questioni di sostenibilità e prevenzione restano al centro dell’agenda regionale.
Sistema sanitario: la promessa di incentivi ai medici e infermieri indica un’attenzione al rafforzamento della sanità territoriale.

L’elezione di Stefani è stata accolta con favore dalla Lega e dal centrodestra, che vedono in lui un leader capace di coniugare identità veneta e legame con Roma. D’altra parte, una parte del dibattito pubblico ha evidenziato il rischio di una “poltrona delfino”: ereditare l’eredità politica di Zaia significa anche gestire un’aspettativa molto alta.

L’elezione di Alberto Stefani come governatore del Veneto rappresenta un momento di equilibrio tra continuità e rinnovamento. Da un lato, il modello Zaia rimane al centro dell’azione politica; dall’altro, il giovane leghista porta con sé una visione ambiziosa, con un focus sul sociale, sull’identità regionale e su una politica che guarda anche al futuro.

Resta da vedere come Stefani affronterà le sfide strutturali del Veneto e se riuscirà, nel suo mandato, a trasformare le promesse in risultati concreti. Ma la sua vittoria non è solo un fatto politico: è anche il simbolo di una nuova generazione al potere nella Regione.

 

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