Camporini: “Cavo Dragone ha fatto bene a dire che serve essere più proattivi nella guerra informatica in atto. La Nato ha sempre voluto una difesa passiva”

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AgenPress. “Chi ha pensato che Cavo Dragone parlasse di attaccare per primi evidentemente è incapace di leggere. Il significato è estremamente chiaro ed inequivocabile. La guerra cyber è in atto, inutile nasconderlo, e ci sono una serie di attività che continuamente cercano di danneggiare le reti informatiche che governano le nostre vite. Fino ad ora la policy è stata quella di proteggersi tramite scudi antivirus, ma per proteggersi meglio si potrebbe anche provare ad eliminare l’entità hacker che ha provato ad entrare nel sistema, identificandola e mandando virus per azzittirla”.

Così Vincenzo Camporini, generale e capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, su Radio Cusano Campus, nel corso del programma “Battitori Liberi”, condotto da Gianluca Fabi e Savino Balzano.

“La Nato è sempre stata remissiva sotto questo aspetto, limitandosi sempre ad una difesa passiva. Negli anni non ci sono stati cambiamenti, e Cavo Dragone ha fatto bene ad evidenziare come serva essere più proattivi – ha continuato il generale – Cambiare le policy non è semplice, serve un convincimento politico che porti ad una consapevolezza condivisa di fare le cose in un certo modo. Oggi la nostra vita è condizionata totalmente dai sistemi informatici, ne siamo dipendenti”.

“La guerra è in una fase di immobilismo, c’è questa iniziativa russa che si estrinseca in spallate quotidiane che vengono mandate – ha concluso Camporini – Ma Putin recita questa parte, è lui che ha aggredito e che vuole continuare a farlo, come ha dimostrato rifiutando l’ipotesi di un cessate il fuoco. Ha detto che il cessate il fuoco ci sarà solo al momento dell’accordo: questo significa rovesciare la logica dei comportamenti”.

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