Sequestrate 3,6 tonnellate di olio extra vergine di oliva privo dei requisiti minimi di commercializzazione

- Advertisement -
- Advertisement -

AgenPress. I Finanzieri del II Gruppo Bari, unitamente ad ispettori ICQRF Puglia e Basilicata ed ai Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Bari, quotidianamente impegnati nel dispositivo di contrasto ai traffici illeciti nel porto cittadino, hanno sottoposto a sequestro oltre 3 tonnellate di olio extravergine d’oliva privo di indicazione obbligatoria di origine del prodotto.

L’attenta e congiunta analisi dei rischi sui flussi commerciali e sulla merce in entrata nel territorio nazionale, nonché l’intensificazione delle ordinarie attività ispettive, hanno permesso di intercettare l’ingente quantitativo di olio, presumibilmente di origine greca.

L’attività esperita ha dimostrato l’efficacia delle metodologie innovative di analisi e di controllo adottate dalla Guardia di Finanza, dall’Ispettorato per la Repressione delle Frodi Agroalimentari e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nell’ambito della Tutela del “Made in Italy” e della sicurezza dei prodotti agroalimentari. Quest’ultime sono state sviluppate anche sulla base del rinnovato e consolidato rapporto tra le Istituzioni, attraverso il quale è possibile individuare i flussi sospetti e assestare in tal modo un duro colpo ai traffici illeciti della specie.

L’operazione di servizio ha permesso l’individuazione, all’interno di un autoarticolato proveniente dalla Grecia, di 3 tank contenenti 3.600 litri di olio extravergine di oliva privo dei requisiti per l’immissione in consumo nel territorio nazionale.

In particolare, all’atto del controllo, la documentazione a corredo del trasporto si presentava priva di indicazioni concernenti l’origine del prodotto che, solo in seguito di ispezione fisica del carico, veniva identificato come “extravergine”.

In considerazione dell’irregolarità riscontrata l’intero quantitativo di merce rinvenuta è stato sottoposto a sequestro, con la contestazione dell’illecita introduzione nello Stato di prodotti privi della necessaria indicazione del luogo d’origine.

L’attività illecita scoperta, oltre che costituire potenziale fattore di inganno e, in tal modo, carpire la fiducia dei consumatori, avrebbe potuto fruttare, all’atto d’immissione in commercio, un illecito profitto per svariate decine di migliaia di euro. Tali illecite condotte rappresentano, altresì, una potenziale lesione per le produzioni di olii extravergine tutelate dal marchio “Made in Italy”, dovuta alla possibile nazionalizzazione del prodotto di provenienza estera sottoposto a sequestro, meccanismo, questo, che instaura, a tutti gli effetti, un forma di concorrenza sleale nell’economia reale, a danno di tutte le aziende del settore che operano nella legalità e nel rispetto degli elevati standard qualitativi imposti dalla normativa vigente a tutela della tracciabilità del prodotto nonché della salute dei consumatori, inconsapevoli acquirenti, anche a prezzo pieno, di prodotti in realtà di dubbia provenienza e, quindi, illeciti.

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -