Birmania. Con 38 morti oggi è “il giorno più sanguinoso”

AgenPress – La giunta militare  sembra più determinata che mai a reprimere il vento di ribellione che ha soffiato su questo Paese dopo il rovesciamento del governo civile di Aung San Suu Kyi.

Oggi è stato “il giorno più sanguinoso” in Birmania dal colpo di Stato del 1 febbraio, con “38 morti”, ha detto in una videoconferenza l’inviato dell’Onu per il Paese, la svizzera Christine Schraner Burgener.

“Siamo così arrivati a oltre 50 morti dall’inizio del colpo di Stato e molti feriti”, ha aggiunto durante un collegamento video, dalla Svizzera dove risiede, con i giornalisti dell’Onu. L’inviato ha anche precisato che le Nazioni Unite mantengono i contatti con tutte le parti in Birmania, compresi i militari e questi ultimi hanno assicurato di voler svolgere libere elezioni “tra un anno”, ha detto.

Alla domanda sulle condizioni imposte dai militari per una visita dell’inviata in Birmania, sollecitata per un mese dall’Onu, Schraner Burgener ha riferito che le è stato detto di essere la benvenuta, ma “non ora”, e non prima di aver “risolto i problemi in atto”. Oggi le forze di sicurezza birmane hanno continuato a sparare proiettili veri contro i manifestanti, sfidando il coro di proteste provenienti dalla comunità internazionale.

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