Dopo esposto Codacons, Agcom apre istruttoria su televoto del GF Vip

AgenPress. L’Autorità per le comunicazioni ha accolto l’esposto presentato lo scorso ottobre dal Codacons, e ha aperto una formale istruttoria sul televoto della trasmissione Mediaset “Grande Fratello vip”.

Al centro dell’esposto dell’associazione su cui oggi indaga l’Agcom, le segnalazioni degli utenti che denunciavano la presenza sui social network di profili spagnoli che avrebbero avviato una campagna di voti in massa a favore di una concorrente del Gf Vip (Adua Del Vesco), nonostante il regolamento della trasmissione Mediaset preveda espressamente che “il servizio di televoto è riservato esclusivamente ai soli clienti maggiorenni residenti sul territorio italiano”.

“Numerosi screenshot apparsi su social e web documenterebbero i voti giunti dalla Spagna in favore della concorrente del Gf Vip, una circostanza che, se confermata, non solo violerebbe palesemente il regolamento, ma determinerebbe un danno per gli spettatori italiani che, in buona fede, hanno speso soldi per partecipare al televoto” – scriveva il Codacons nella sua denuncia.

L’Autorità, a seguito dell’esposto dell’associazione, ha comunicato di aver “avviato una istruttoria  per  verificare  con  quali  strumenti  la  produzione  assicuri  la  corretta applicazione di quanto stabilito dall’art. 5, comma 1-bis, del Regolamento approvato con delibera n. 38/11/CONS, con riferimento all’identificazione dell’utente votante e la tracciabilità dei voti a garanzia del rispetto del numero massimo di voti previsto al comma  2 del  medesimo  articolo,  nonché  sulla  possibilità  di  esprimere  voti  anche dall’estero e come questa eventuale possibilità si concili con la riserva, espressa nel Regolamento del televoto, ai soli utenti residenti in Italia della facoltà di esprimere preferenze”.

“Attendiamo ora l’esito dell’indagine dell’Agcom e, se saranno accertate irregolarità, chiederemo a Mediaset di restituire agli utenti italiani quanto speso per il televoto del Grande Fratello Vip, pena una inevitabile class action a tutela dei diritti degli spettatori” – afferma il presidente Carlo Rienzi.

 

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