Fassino (PD): “Non vogliamo rimettere la tassa di successione, si tratta di un contributo di solidarietà”

AgenPress. Piero Fassino, deputato del Pd, presidente della commissione Affari esteri e comunitari, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Cusano Italia Tv (canale 264 dtt).

Sulla tassa di successione. “Non vogliamo rimettere la tassa di successione, le famiglie italiane possono stare sicure –ha affermato Fassino-. La cosa che ha proposto Letta è costituire una dote per i giovani, ad esempio quelli che hanno bisogno di pagarsi gli studi ma la famiglia non ha abbastanza risorse per farlo, oppure quelli che vogliono andare ad abitare da soli, o mettere su un’attività. Questa dote sarebbe finanziata attraverso un contributo da parte di coloro che ricevono un’eredità superiore ai 5 milioni di euro che sono meno dell’1% della popolazione italiana.

E’ un contributo di solidarietà, è inutile evocare lo spettro fiscale, il partito delle tasse, questa è tutta propaganda elettorale. Questo contributo dovrebbe essere di 10mila euro l’anno, per un numero di annualità da definire. E’ un segnale forte di voler investire sui giovani. Questo Paese è uno dei più vecchi d’Europa, siamo in decremento di natalità, i giovani sono i più penalizzati. Ovviamente non si tratta di fare solo questa cosa, secondo me il più grande investimento da fare sui giovani è sulla formazione, sull’educazione, per aumentare il loro bagaglio formativo perché più cose sai più opzioni di scelta avrai nella vita”.

Sulle politiche per la natalità. “Considerando il decremento demografico, per mantenere la produttività che abbiamo oggi, bisognerebbe mandare in pensione le persone a 80 anni, siccome questo non è possibile c’è bisogno di un incremento demografico aggiuntivo. Il tema delle migrazioni bisogna affrontarlo seriamente, non evocando sempre e solo i barconi. Io sono favorevole ad una politica per le famiglie, per la genitorialità per incrementare la natalità e la dobbiamo fare, ma sul mercato del lavoro una politica sulla natalità che cominci domattina non produce effetti prima di 25 anni perché non è che si possono far lavorare i bambini. Ma in questi 25 anni c’è bisogno di contributo che viene dall’immigrazione, che sia per quote, programmate, organizzate, per numeri delimitati, ma è necessario”.

Sull’immigrazione irregolare. “Il modo migliore per evitare che arrivino i barconi clandestini è avere una strategia legale e trasparente che oggi non abbiamo perché è stata bloccata. La legge prevedeva flussi programmati triennali per una quantità definita sulla base delle esigenze del sistema produttivo e della capacità di accoglienza. Se tu non attivi i canali legali è chiaro che arrivano in maniera illegale e poi devi fare anche la lotta contro i trafficanti, contro i clandestini. Poi c’è anche l’altro collo del problema, in Africa vivono attualmente 1 miliardo e 250 milioni di persone, nel 2050 saranno 2 miliardi e 300 milioni, alla fine del secolo 4. Siccome una persona di buon senso non può pensare che i problemi di 4 miliardi di persone possano essere risolti con le migrazioni, il grande tema che abbiamo davanti è che politica fare per sostenere lo sviluppo del continente africano perché altrimenti ci esplode il mondo. La Cina in Africa può costruire i porti, le strade, le scuole, le infrastrutture, ma non gli può dare welfare perché non ce l’hanno neanche loro, ma neanche supporto per uno sviluppo democratico perché non è un Paese democratico. Queste cose però le può dare l’Europa. Macron ha convocato un grande incontro in Francia su come attivare una politica di finanziamenti verso l’Africa, invitando una serie di leader europei, Draghi ci è andato e ha fatto un discorso molto importante, proponendo una joint venture tra Paesi europei sull’Africa. La Commissione Europea ha rilanciato il progetto dell’Africa plan, di un intervento europeo sul continente africano. Si sta lavorando nella giusta direzione, ma il tempo è fondamentale”.

Sul caso dell’aereo dirottato dalla Bielorussia. “La proposta che abbiamo avanzato è che l’organizzazione internazionale aviazione civile, che è praticamente l’Onu dei voli, intervenga per vietare il volo sullo spazio aereo bielorusso. E abbiamo chiesto all’UE di accelerare per favorire la richiesta dell’opposizione bielorussa di indire nuove elezioni sotto l’osservazione internazionale affinchè i bielorussi decidano con un voto libero e trasparente da chi essere rappresentati”.

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