Film Hammamet. Stefania Craxi (FI). “Non sono soddisfatta. Il Paese rimetta Craxi nella storia positiva”

Agenpress -“Il film l’ho visto ieri per la prima volta. Certamente non è un grande affresco storico-politico. E’ un film intenso, che racconta una tragedia umana prima ancora che politica. Come ha detto Favino ricorda gli stilemi della tragedia classica. La verità di solito è più dura della fantasia, però un po’ di quella tragedia Gianni Amelio ha saputo riportarla e mi auguro che questo film riesca a far riflettere”.

Così Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus, sul film “Hammamet” di Gianni Amelio.

“Io credo che questo Paese abbia cercato per molti anni di rimuovere questa grande tragedia repubblicana, quindi rompere questo oblio è una buona cosa, poi bisogna riflettere su cosa è successo in quegli anni: l’ingiustizia verso un uomo che non lo meritava, la distruzione di un sistema politico. Vorrei che gli italiani riflettessero. L’esilio per un uomo che ha lavorato per il suo Paese e muore senza poterlo rivedere, alle soglie del terzo Millennio, è una cosa di una durezza impressionante. Non posso ritenermi soddisfatta per questo film, avrei preferito un film più politico che raccontasse più le motivazioni di quell’esilio, però non era quella la chiave di Gianni Amelio. Però quello che mi aspetto è che il film possa far riflettere e il Paese rimetta Craxi nella storia positiva di questo Paese. La villa? Ho concesso di girare il film lì, almeno la finiamo con questa storia della villa favolosa, perché era una casa normale”.

Sull’interpretazione di Favino. “Francesco Favino ha dato una prova d’attore degna dei grandi attori americani, dovrebbe vincere l’Oscar per questa interpretazione che è impressionante. Più che il timbro di voce mi ha impressionato la gestualità. Il carattere lo coglie in certi momenti, soprattutto nella seconda parte del film, all’inizio non l’ho riconosciuto, al congresso Craxi non avrebbe mai risposto in modo così sprezzante a un compagno. Mio padre aveva un tratto di durezza che nascondeva una timidezza, ma non è mai stato arrogante. Aveva anche degli scatti d’ira, ma arroganza mai, aveva una profondissima umanità e questa Favino ogni tanto la rende”.

Sul mancato doppio incontro tra Conte e i due leader libici. “Siamo un Paese che da anni non ha una politica internazionali, non ha ben chiari i suoi interessi del mondo e quindi non è capace di difenderli. Quello che è successo ieri a Conte non mi sorprende. I nostri dirigenti politici attuali sembrano degli asini in mezzo ai suoni. In Libia abbiamo perso completamente la bussola. La politica estera non si fa solo coi coktail e le photo opportunity. La politica estera si fa anche con gli strumenti di difesa armata, noi abbiamo degli interessi economici come l’Eni. Si dovrebbe pensare anche a un blocco navale per impedire alle navi turche di raggiungere la Libia. Abbiamo commesso il grave errore col governo Berlusconi di non opporsi all’intervento dei francesi in Libia, Berlusconi voleva opporsi ma tutto l’apparato non gliel’ha permesso. Il rischio è che ci troviamo davanti un Mediterraneo in fiamme sempre più vicino. Non penso che l’uccisione di Soleimani sia una nuova Sarajevo ma ha subito innescato un’escalation pericolosa”.

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