L’opinione di Roberto Napoletano. Il burrone italiano

Servono fatti come investire in infrastrutture di sviluppo al Sud e una task force a Palazzo Chigi che si coordini con Bruxelles e non le chiacchiere dell’inaugurazione della Salerno-Reggio quando ci sono più cantieri aperti di prima e per di più senza soldi o le promesse vane sulla sanità del Mezzogiorno per poi scoprire che un altro miliardo secco verrà tolto alle comunità meridionali per regalarlo alle regioni ricche del Nord


AgenPres. Tutto procede speditamente verso il burrone secondo il solito, stucchevole, copione italiano. Tutto come prima della Grande Depressione Mondiale. Anzi, peggio. Non vogliamo guastare la festa dei 209 miliardi all’Italia che sono il frutto della svolta storica della Merkel, del credito personale di un presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, stimato in Europa e svilito per invidia in casa, e del fatto incontestabile che siamo quelli messi peggio di tutti ma non abbiamo mai smesso di prendere ordini anche psicologici da chi ci ha ridotti così.

Quello che è certo è che siamo fuori di 100 miliardi 100, ma non ce ne curiamo perché abbiamo collocato nuovo debito pubblico e non ci passa mai per la testa che prima o poi dovremo restituirlo. Non ci interessa neppure riflettere sul fatto che ci siamo indebitati così tanto benché partiamo dalle vette del Superindebitato europeo che siamo noi, senza neppure riuscire a fare quello che hanno fatto tutti i Paesi del mondo alle prese con la Pandemia: dare, cioè, un sollievo rapido e concreto a chi ha dovuto chiudere le sue attività economiche per ordine dello Stato causa Covid 19 e rischia di non riaprirle mai più.

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