Nathan Law: “Tutti dovremmo impedire alla Cina di invadere Taiwan, non solo gli Stati Uniti”

AgenPress. «Tutti dovremmo impedire alla Cina di invadere Taiwan, non solo gli Usa». E’ quanto sostenuto da Nathan Law, politico e attivista cinese, leader del movimento degli ombrelli, così chiamato per il governo liberamente eletto a Hong Kong, in un’intervista esclusiva rilasciata a Spraynews, a seguito dell’ultima conferenza organizzata dall’Ipac e tenutasi a Roma.


Ha qualche piano per rientrare a Hong Kong nel prossimo futuro?

«Non posso tornare a Hong Kong nel prossimo futuro perché adesso sono nella lista dei ricercati della “Legge sulla sicurezza nazionale”, che criminalizza la libertà di parola e le azioni politiche. Sarò condannato a decenni di reclusione se tornassi indietro. Potrei rimettere piede a Hong Kong, pertanto, solo quando tale provvedimento sarà decaduto. Potrebbe essere fra molti anni».

La Cina ha sostenuto che la legge sulla sicurezza nazionale ad Hong Kong è stata implementata per stabilizzare la città e proteggere “un paese, due sistemi”. Cosa ne pensa?

«La NSL sta chiaramente distruggendo i principi fondamentali di “Un paese, due sistemi”: libertà, autonomia e democrazia. Le persone vengono incarcerate per aver intonato alcuni slogan che non piacciono al governo. Distrugge la società libera di Hong Kong».

Cosa ne pensa del modo in cui gli Stati Uniti stanno proteggendo Taiwan e della presenza dei soldati statunitensi?

«Ritengo che non solo gli Stati Uniti, ma tutte le democrazie che la pensano allo stesso modo debbano giurare di proteggere Taiwan dall’invasione militare della Cina. Taiwan è una democrazia forte e si è comportata davvero bene durante la pandemia. Se l’aggressione della Cina è consentita, la loro crescente fiducia alla fine rappresenterà una minaccia molto più grande per gli altri paesi del mondo. Ecco perché tutti dovremmo impedire alla Cina di invadere Taiwan».

Come i paesi occidentali dovrebbero rispondere alla Cina?

«I paesi occidentali dovrebbero superare il compiacimento che abbiamo avuto nei confronti dei regimi autoritari. Dobbiamo ritenere responsabile la Repubblica Popolare Cinese. I paesi democratici devono agire in solidarietà. Diminuire la dipendenza dall’economia cinese, impedire loro di infiltrarsi nelle nostre società democratiche e sanzionare i funzionari responsabili di violazioni dei diritti umani. Ancora più importante, forgiare un’alleanza per coordinare le strategie tra le democrazie».

Poche settimane fa un video con allegate offese sessuali è stato pubblicato verso Tong su YouTube, come lo commenta?

«La campagna diffamatoria dalla Cina è molto comune. Hanno sempre accusato gli attivisti democratici di cose che non hanno commesso per stigmatizzarli, incluso l’accusarmi di essere un agente addestrato dalla Cia. Compreso l’incidente che hai menzionato, sono sicuramente bugie per attaccare gli attivisti. Suggerisco di non diffondere queste accuse senza alcuna prova ed evitare di aiutare il Pcc a diffondere la loro disinformazione».

Di Edoardo Sirignano

 

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