Raggi filo Putin contro Usa e UE. “Nazisti in Ucraina”. Ma lei si difende. “Vogliono mettermi fra i cattivi”

AgenPress – Polemiche dopo gli stralci pubblicati su Repubblica della chat interna al M5s in cui avrebbe rilanciato diversi messaggi sostanzialmente filo-russi e contro il governo di Kiev pieno di politici “eterodiretti” dopo “l’ingerenza di Usa e Ue” che hanno “rovesciato” il governo vicino al Cremlino. Finora sui social Raggi aveva pubblicato solo un post del 2 marzo sul conflitto ucraino con la bandiera della pace e le sue perplessità sugli aiuti militari dell’Italia all’Ucraina: “Non ho certezze, ma siamo sicuri che sia l’unica soluzione?”.

La tesi è quella dell’Ucraina che è controllata  da un governo eterodiretto da potenze straniere, con il ministero degli Interni di Kiev che controlla “battaglioni nazisti” in riferimento al battaglione Azov. La Raggi ha poi riproposto i discorsi del 2014 di un ex europarlamentare M5S, Dario Tamburrano, durissimo contro chi in Europa e negli Stati Uniti ha “fomentato rivoluzioni colorate, favorendo una nuova guerra fredda, con un milione di rifugiati perseguitati dall’Ucraina costretti a fuggire in Russia”.

Altri messaggi condannano la “bulimia espansiva” dell’Europa . Che smanierebbe per allargare la sua influenza verso Est anche a costo di prendere sottobraccio un’impresentabile Ucraina. Nel mirino anche la Ue. Decisa a fare la guerra commerciale alla Russia, “anche a costo di imporle sanzioni che danneggiano le economie degli Stati membri”.

La Raggi oggi si difende.

“Non sono una filo-putiniana o filo-russa: è evidente che in Ucraina ci sia un aggressore, la Russia, come è pubblica la mia contrarietà alla guerra come soluzione dei conflitti. Mi rincresce dover fare questa premessa (ritengo anche banali queste mie affermazioni) ma mi si vuole affibbiare questa “etichetta” per delegittimarmi. Ho detto pubblicamente che ho serie perplessità sull’invio di armi in Ucraina, così come ho detto che dobbiamo renderci liberi dal ricatto russo sulla fornitura del gas. Credo che vadano trovate delle soluzioni di mediazione tra le parti – ben vengano le trattative diplomatiche in corso – e che vadano comprese e approfondite le cause del conflitto.
L’energia è, indubbiamente, la chiave per capire e quindi intervenire.
Ho condiviso in una chat privata le analisi sulle tensioni tra Russia e Ucraina che aveva fatto, fin dal 2014, l’allora parlamentare europeo Dario Tamburrano. Dario invitava ad intervenire prontamente per evitare che la guerra si estendesse dalla Crimea e dal Donbass a tutta l’Ucraina e all’Europa. Aveva ragione. Allo stesso tempo proponeva una soluzione: limitare l’incidenza del gas russo nelle forniture energetiche dell’Europa e investire nelle fonti rinnovabili.
Ed è quello che, secondo me, dobbiamo fare. Per me è questa una delle “armi” che abbiamo per depotenziare il conflitto. Ovviamente, le mie parole sono state distorte per creare una contrapposizione tutta politica tra “buoni” e “cattivi” all’interno della quale chi non si adegua è ovviamente un “cattivo”.
Per raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza e della transizione energetica dobbiamo stare tutti dalla stessa parte”.
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