Agenpress. “Nell’inchiesta di Milena Gabanelli, pubblicata sulle pagine del Corriere della Sera, dal titolo “Tumore al seno, i mammografi e gli ospedali da evitare” si sottolinea come, secondo lo stesso Ministero della Salute, l’obsolescenza delle attrezzature sia un elemento di forte preoccupazione.
Nel 2017, il 29,3% del totale dei mammografi censiti supera i 10 anni. Sempre il ministero sottolinea che l’utilizzo delle apparecchiature più vecchie oltre a comportare un’indebita esposizione di radiazioni ionizzanti, rischia di aumentare notevolmente, per la ridotta capacità diagnostica, il numero di false negatività e quindi di ritardare il momento diagnostico; riguardo agli interventi per tumore al seno, l’eventuale operazione chirurgica può essere demolitiva o conservativa.
Succede, però, che su oltre 37.200 donne operate con interventi conservativi l’anno, in media 2.800 devono ritornare in sala operatoria entro 4 mesi perché il tumore non è stato asportato radicalmente.
Il successo dell’operazione è legato alla presenza di un’équipe multidisciplinare che integra le diverse competenze: radiologo chirurgo, patologo, radioterapista, oncologo; il rischio di re-intervento è misurato statisticamente dal Piano nazionale esiti, elaborato annualmente dall’Agenas.
Emerge che la media a livello nazionale è del 7,5%. In 45 strutture il rischio è significativamente superiore: fino a 5 volte rispetto alla media; l’ospedale San Paolo di Savona risulterebbe uno di quelli dove maggiore è il rischio di re-intervento. Peraltro diversi ospedali (in Friuli e in altre regioni) hanno già provveduto a contestare quei dati, sia riguardo ai macchinari vecchi, sia riguardo alle percentuali di re-intervento, perché dati spesso superati e quindi non più veritieri.
Il tumore al seno rappresenta circa un terzo dei tumori femminili. Si premette che le donne viventi in Italia nel 2018, che hanno avuto in passato una diagnosi di tumore della mammella, sono poco meno di 800.000 e che il miglioramento delle prospettive di vita per diverse tipologie di tumore, è anche conseguente alle novità in termini di tecnologie diagnostiche, e alle campagne di prevenzione messe in atto dal SSN, nel 50% dei casi il tumore al seno, infatti, quando è di dimensioni sotto al centimetro, viene individuato dal mammografo.
S’interroga pertanto il Ministero della Salute per capire se non si ritenga indispensabile aggiornare i dati, di cui in premessa, al fine di garantirne l’attendibilità ed evitare evidenti e ingiustificati allarmismi” –
Cosi Il Capigruppo di Forza Italia in Commissione Affari Sociali, discutendo l’interrogazione a risposta immediata presentata congiuntamente agli onorevoli Novelli, Bond, Brambilla, Mugnai e Versace.