Bambole Unisex, Don Buonaiuto: “PiĆ¹ funzionali al business che ai valori della vita”

Agenpress. “Un tempo c’era una chiara comprensione di cosa significasse essere un uomo e una donna. Oggi questa chiarezza ĆØ stata scalfita dall’ideologia gender che ipotizza unā€™identitĆ  personale svincolata dal sesso”.

CosƬ don Aldo Buonaiuto, sacerdote della ComunitĆ  Papa Giovanni XXIII e direttore di In Terris, commenta la creazione di una nuova linea di bambole unisex lanciata sul mercato e descritta attraverso le parole dei dirigenti della casa di produzione. “Dopo le aule scolastiche e gli schermi cinematografici e televisivi, la colonizzazione-gender invade gli scaffali dei negozi di giocattoli. Ed ĆØ proprio il caso di dire che quando il consumismo si intreccia allā€™ideologia ĆØ lecito attendersi di tutto. Lo avevamo giĆ  visto nei mesi scorsi con certi cartoni animati ‘fluidi’, nei quali i protagonistiĀ non hanno unā€™identitĆ  sessuale definita. Adesso ĆØ la volta della Barbie unisex, la bambola messa in commercio per ‘far giocare senza etichette di alcun tipo’”.

Il sacerdote ha inoltre ricordato un episodio narrato da Papa Francesco, in cui “un padre francese aveva raccontato al Papa del figlio di dieci anni che alla domanda ‘cosa vuoi fare da grande?’ aveva risposto: ‘La ragazza!’. ‘Il padre si ĆØ accorto cheĀ nei libri di scuola si insegnava la teoria gender, e questo ĆØ contro le cose naturali – disse il Pontefice conversando con i giornalisti sullā€™aereo papale -. Una cosa ĆØ la persona che ha questa tendenza, o anche che cambia sesso.Ā Un’altra ĆØ fare insegnamenti nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalitĆ :Ā io chiamo questo colonizzazione ideologica’. E ancora: “Ora dalle scuole si arriva anche negli asili, nelle ludoteche e nelle giocattolerie…Ā Malgrado il Vangelo metta in guardia da chi confonde i piccoli, oggiĀ ĆØ tutto un affannarsi a compiacere le ideologie ‘flu’Ā che vorrebbero formare fin dalla culla consumatori anestetizzati, confusi e obbedienti. Meglio per i loro interessi economici e di potere favorire e incentivare in questa direzione sessualmente indefinita, giocattoli e condotte unisex, sicuramente piĆ¹ funzionali al business globalizzato del terzo millennio rispetto ai valori della vita e della famiglia”.

Don Buonaiuto ha precisato che “il punto, ribadito piĆ¹ volte dalla Santa Sede allā€™Onu, ĆØ chiaro e purtroppo ignorato: ‘Nessuna discriminazione nei confronti delle persone, maĀ lā€™ideologia gender ĆØ un pericolo e un passo indietro per l’umanitĆ ’…Ā Ora, ben prima di mettere piede in unā€™aula scolastica, i bambini in etĆ  da asiloĀ non sapranno se una bambola ĆØ maschio o femmina. Quindi per il momento si tratta di oggetti, un domani molto prossimo anche di persone in carne ed ossa. Sostituire questa identitĆ  di genere al sesso biologico, come ha piĆ¹ volte ribadito la Santa Sede, ha forti ricadute non solo in termini di diritto, educazione, economia, salute, sicurezza, sport, lingua e cultura, ma anche in termini diĀ antropologia, dignitĆ  umana, diritti umani, matrimonio e famiglia, maternitĆ  e paternitĆ . Un pericolo per le sorti stesse delle donne, degli uomini e soprattutto dei bambini”.

Il sacerdote ha concluso la sua riflessione affermando che “fino a poco tempo fa le preoccupazioni dellā€™Osservatore Vaticano alle Nazioni Unite potevano sembrare fantascienza. Adesso sono realtĆ  quotidiana. Nellā€™esortazione apostolicaĀ Amoris laetitia, in cui Papa Francesco sottolinea che lā€™ideologia gender, nega ‘la differenza e la reciprocitĆ  naturale di uomo e donna’, prospetta ‘una societĆ  senza differenze di sesso e svuota la base antropologica della famiglia’. E cosƬĀ ‘lā€™identitĆ  umana viene consegnata ad unā€™opzione individualistica, anche mutevole nel tempo’. Sesso biologico e ruolo sociale-culturale del sesso (gender) si possono distinguere, ma non separare. E invece ora bambini e bambine potranno giocare con lo stesso bambolotto unisex perchĆ© tanto per decidere con chi identificarsi avranno tempo, chissĆ  quando, almeno secondo i progetti dei teorici del gender. Sempre che non ci si accorga finalmenteĀ di quanto imbambolati vorrebbero fossero i nostri figliĀ coloro che negano ogni distinzione tra i sessi”.

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