Agenpress. “L’inserimento nelle prestazioni erogabili nell’ambito del Ssn degli screening prenatali non invasivi, che consentono di individuare le principali anomalie cromosomiche fetali durante la gravidanza, sarà sottoposto all’esame della Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea, in via di costituzione, che si dovrà pronunciare avvalendosi delle Regioni e con il coinvolgimento delle competenze tecnico-scientifiche”.
Lo ha annunciato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri in commissione Sanità al Senato in risposta all’interrogazione parlamentare di Maria Rizzotti.
“Nella prospettiva di offrire in Italia questi esami si dovrà anche programmare la centralizzazione dei laboratori di screening in un numero limitato di strutture, con un’utenza sovraregionale – ha precisato Sileri -. In questo modo sarebbe possibile contenere i costi dell’analisi, che diventerebbero competitivi rispetto a quelli attualmente coperti dai programmi di diagnosi prenatale invasiva.
La centralizzazione – ha concluso – riguarderebbe l’esecuzione del test, mentre la sua gestione, in termini di accettazione e comunicazione dell’esito, dovrà essere organizzata tenendo conto delle diverse realtà territoriali”.