Ritorna la DC e nasce il Partito Popolare. Rotondi: “La questione meridionale dei Sudisti sarà uno dei temi fondamentali del nuovo Partito”

Intervista all’Onorevole Gianfranco Rotondi da parte dell’Agenzia Giornalistica Agenpress.it

Domanda: Onorevole Gianfranco Rotondi, oggi è nata la Federazione dei Democratici Cristiani o meglio è nato il Partito Popolare al cui interno vi sono diverse sigle, tra cui i Sudisti Italiani. Quale ruolo  ricopriranno i Sudisti all’interno della nuova formazione politica?

Risposta: L’unica delegazione estera presenta è stata quella della Csu, e questo dice molto:come il partito bavarese, il Ppi può rappresentare una forza di massa nel mezzogiorno se rilancia la questione meridionale.

Domanda: Nuove idee, nuovi progetti saranno il vettore dell’azione politica del Partito Popolare, senza tralasciare i valori democratici ed universali che hanno guidato l’impegno di De Gasperi e e di Don Sturzo che ha fatto rifiorire la nazione italiana stremata dalla seconda guerra mondiale. Condivide la tesi secondo cui il Partito debba qualificarsi, innanzitutto, come promotore di quel progresso di cui la nostra nazione oggi sente vitale bisogno per rinascere sul piano sociale e politico. Un Suo parere in merito.

Risposta: La Dc era il partito italiano, secondo la felice definizione di Agostino Giovagnoli. Ed era il partito dello sviluppo, della sussidiarietà, dell’interclassismo. Questa definizione può riferirsi anche al nuovo partito popolare.

Domanda: Si intende porre in essere un progetto politico che ponga le fondamenta per una “Politica dal volto umano”, come i Sudisti auspicano che sia la politica, che dia corso ad un’economia dal volto umano, in quanto pone al centro la persona ed i suoi bisogni vitali, i suoi diritti fondamentali, quali il diritto al lavoro, il diritto alla tutela della salute, alla sicurezza, ad un  livello di vita dignitoso, alla cultura. Si tratta di un progetto democratico ambizioso ed alternativo ad altri progetti che non garantiscono la parità tra i cittadini. Quali saranno le azioni che il Partito Popolare porrà in essere per attuare tale progetto di equità sociale?

Risposta: Non bisogna promuovere un partito generalista, con un programma da partito di governo quale era la Dc. Oggi partiamo da quote basse, dobbiamo renderci riconoscibili con proposte serrate, incalzanti. Se sposiamo la questione meridionale, quello è il tema caratterizzante del partito.

Domanda: Il centro politico non potrà  eludere la  necessità della mediazione delle istanze e, pertanto, dovrà fornire risposte alle richieste di tutte le classi sociali, riscattare il cosiddetto ceto medio, la cui  messa ai margini  ha determinato l’impoverimento della nazione italiana, dovrà far vivere i diritti delle fasce più povere, dire no al razzismo e all’esclusione, dire si alla politica dell’inclusione di ogni cittadino nel contesto sociale ed economico, far vivere le diversità sia sociali, sia di pensiero, sia di fede, rieducare alla condivisione e alla cooperazione, alla tutela dei diritti e al rispetto dei doveri, dovrà essere fautore di una nuova pedagogia sociale. Ritiene che tale progetto democratico possa aprire nuovamente  le porte agli ideali e alla speranza nel contesto dell’attuale società?

Risposta: E’ una domanda che contiene una risposta, sono considerazioni che condivido e che tratteggiano con efficacia il profilo augurabile del nuovo partito popolare.

Domanda: Si afferma che, con la nascita del partito popolare e, quindi, del centro politico, i cittadini italiani ritorneranno al centro dell’interesse della vita politica e parteciperanno attivamente al suo processo. La partecipazione popolare alla vita politica, come nel passato recente, segnerà l’identità del nuovo centro o rimarrà pura enunciazione?

Risposta: La partecipazione politica non va separata dal principio di rappresentanza, che il populismo tende a ribaltare. Non si può sostituire la partecipazione alla rappresentanza, è quest’ultima semmai a nascere dalla partecipazione.

 

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