Agenpress – Il team di esperti di Hong Kong guidato da Gabriel Leung, preside della facoltà di medicina dell’ Hong Kong University, stima il picco dell’epidemia da coronavirus in 5 megacittà cinesi (Pechino, Shanghai, Guangzhou, Shenzhen e Chongqing) tra fine aprile e inizio maggio. Solo a Chongqing, che ha oltre 30 milioni di abitanti, potrebbero esserci 150.000 nuovi casi al giorno per gli alti volumi di viaggi della popolazione verso Wuhan. Proiezioni forse troppo pessimiste perché valutano la stretta su Wuhan, ma non altri possibili interventi.
“Misure sostanziali e draconiane per fermare la mobilità della popolazione dovrebbero essere prese quanto prima, piuttosto che dopo”, ha detto Leung, il cui team sta tracciando il virus che vede in Hong Kong il punto di maggior contaminazione fuori dalla Cina continentale. Se l’epicentro dell’epidemia è Wuhan, capitale dell’Hubei, il virus si è già diffuso nelle principali città cinesi, da Pechino a Shanghai e Chongqing, fino alle città meridionali di Shenzhen e Guangzhou.
Sono megalopoli destinate, secondo Leung, a diventare epicentri a loro volta, in base al fatto che, avendo tutte solidi collegamenti dei trasporti a livello regionale e internazionale, è “altamente probabile” che provvedano a diffondere il virus ulteriormente una volta che avrà “mostrato autosufficienza”, ha riportato il South China Morning Post.
A Wuhan potrebbero esserci 44.000 persone infettate fino a sabato, dopo le evidenze emerse sul contagio anche in assenza di sintomi. Il ritmo dell’epidemia potrebbe raddoppiare ogni sei giorni, con il picco tra fine aprile e inizio maggio nei posti più a rischio, come le principali metropoli, anche se le misure già adottate o quelle da prendere potrebbero far calare i numeri. Il governo cinese ha cordonato Wuhan vietando gli spostamenti e bloccando milioni di persone: tuttavia, secondo alcuni esperti la mossa potrebbe essere tardiva visti gli spostamenti biblici del Capodanno lunare. Leung, sul punto, ha osservato che Pechino ha agito in modo “assolutamente corretto” con un’azione forse insufficiente “a cambiare in termini sostanziali il corso dell’ epidemia nelle altre grandi città”.