Ecuador. Coronavirus, intervista alla blogger Jessica Retto: “cadaveri dentro sacchi neri dell’immondizia”

L’epicentro  della pandemia è la città di  Guayaquil porto principale dell’ Ecuador e in questo momento è considerata “la Wuhan del Sudamerica“


Agenpress. Intervista a Jessica Retto in merito al covid-19 che ha colpito l’Ecuador. Blogger e comunicatrice sociale ecuadoriana, già collaboratrice per Gazzetta Latina e Cheverissivo TV. Attualmente collabora con New Signal.

Cosa sta succedendo nel suo paese? Quali sono Le notizie in merito al covid-19?

Secondo un diario locale i morti al 04/04/ 2020 sarebbero 318 ma solo 172 morti per il coronavirus gli altri 146 avrebbero perso la vita per insufficienza respiratoria, e sarebbero 3465  i casi confermati, ma qui bisogna chiarire che questi numeri si riferiscono alle persone alle quali è stato realizzato il tampone cioè persone che possono permetterselo giacchè il  costo del test è di $250 – $300 dollari valore che  non è a portata di mano di una ampia fetta della popolazione: la retribuzione base mensile di un cittadino ecuadoriano è di $400 che a malapena servono per casa, bollette e per mangiare.

L’epicentro maggiore dov’è?

L’epicentro  della pandemia è la città di  Guayaquil porto principale dell’ Ecuador e in questo momento  è considerata “la Wuhan del Sudamerica “, molti di  noi emigranti riceviamo informazione da famigliari , ci arrivano immagini terribili  dove possiamo vedere quello che sta succedendo veramente, situazione che  all’inizio era  stata negata da tutti: stampa locale , governo.

Cosa ci può raccontare in merito al sistema sanitario dell’Ecuador?

Immagini  prive di umanità!. In alcuni ospedali si possono vedere  molti cadaveri dentro a sacchi neri della immondizia,  molti per terra altri ancora sulle brandine. I famigliari per ritirare loro cari devono aspettare una risposta da parte delle istituzione, risposta che arriva anche dopo 5 giorni, se arriva!, le loro richieste non servono a niente e la cosa peggiore è che per trovare loro congiunti  dovrebbero cercali sacco per sacco.

Come stanno gestendo la situazione dei deceduti?

Ci sono famiglie che devono convivere con loro defunto giacche il numero telefonico (171)  messo a disposizione dal governo  già sia per la segnalazione di un possibile contagio o per il ritiro delle salme suona a vuoto. Situazione che, purtroppo,  ha obbligato  molti ecuadoriani , per disperazione, per  paura  del contagio e al  terribile  odore per la decomposizione dei corpi a cremarli nelle strade.

E Nonostante  le insistenti chiamate da parte dei famigliari e le affermazioni delle autorità di avere tutto sotto controllo la maggior parte dei corpi non sono stati ancora prelevati.

E sebbene il governo insista sul fatto che i centri medici dispongano di sufficienti mezzi e letti per affrontare la pandemia, il personale sanitario richiede protezione e denuncia la saturazione ospedaliera.

Noi ci chiediamo come il governo possa parlare di numeri, di cifre esatte, se con quello che ci arriva da testimonianze dirette fa pensare che il numero di deceduti e infetti potrebbe essere di molto superiore.

La verità è che la situazione sanitaria in Ecuador è collassata. Tutto questo è terrificante. Ci chiediamo chi è al commando di questa crisi che sta vivendo il paese, chi la sta gestendo o  chi la dovrebbe gestire. All’inizio di tutto questo dramma ecuadoriano, la Ministra della Salute ha dato le sue dimissioni, il presidente non si sa dov’è …ora che in atto questa situazione terribile  per il paese tutti sono scomparsi. Ci hanno dimostrato di non avere le capacità di gestire questa situazione. La gente che sta morendo è gente povera senza risorse economiche, senza soldi, gente che vive nei BARRIOS POPOLARI.

Come in tutti i paesi è stato dichiarato anche in Ecuador il coprifuoco ma purtroppo la nostra gente come in tanti altri paese si è mostrata irresponsabile e non ha rispettato le disposizione date tardivamente dal governo e anche qui vorrei fare un chiarimento ce ne sono stati molti irresponsabili che sembravano essere  in vacanze in giro per la città ma tanti altri, quasi la maggior parte della cittadinanza è gente povera che se non lavora non mangia ne lui e ne la sua famiglia.

E per completare il quadretto. Non ci sono casse mortuarie,  e quelle poche che ci sono nel mercato vengono vendute  a d un prezzo di $1.500 dollari mentre prima ne costavano $400. Non solo gli ospedali sono al collasso ma anche i cimiteri. In prima istanza si era anche parlato dell’uso di fosse comuni ma il Presidente Lenin Moreno poi ha escluso questa ipotesi assicurando ai famigliari degna sepoltura ai loro cari.

Come avvertite il distacco e il senso di impotenza perché lontani dal vostro paese?

Tutti noi che viviamo all’estero siamo molto  preoccupati per la nostra gente, per il nostro paese per la nostra città ho visto girare sui social post dove cittadini comuni chiedono l’intervento internazionale ma non siamo noi a doverlo chiedere ma il nostro governo che deve accettare che non è stato in grado di gestire la situazione e sta lasciando morire la sua gente.

Gina Zaminga

 

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