Agenpress – “Un governo e una classe politica rassegnati, che considerano la normalizzazione dei rapporti economici e commerciali con l’Egitto un dato ineluttabile. Rinunciando a far diventare la ricerca di verità e giustizia sul sequestro e la morte di Giulio Regeni la bussola per ricostruire le relazioni con quel Paese”.
Così Erasmo Palazzotto, presidente della commissione d’inchiesta Regeni, parla sul Corriere della sera dell’impressione avuta dall’audizione del premier Giuseppe Conte. I presupposti sono quelli di “tenere separate le relazioni economiche dalla richiesta di cooperazione sul caso di Giulio; c’è chi vorrebbe che pure la nostra commissione si limitasse a leggere le carte giudiziarie. Ma non potrà accadere” perché “il progressivo ritorno alla normalità ha influito sull’assenza di verità”.
Sull’audizione del premier, riferisce Palazzotto, “al di là di generici impegni non ci sono passi avanti né atti concreti. Allora dobbiamo chiederci: dopo il gesto unilaterale dell’Italia di riallacciare normali rapporti, come l’autorizzazione a vendere le due navi da guerra, siamo riusciti a ottenere qualcosa per avvicinare la verità sulla morte di Regeni. Quando si farà un bilancio della nuova politica italiana per decidere, in assenza di risultati concreti su Regeni, un nuovo cambio di rotta? La risposta del governo, purtroppo, non è stata chiara”.