Carceri: USPP, il sovraffollamento si combatte con risorse aggiuntive e certezza della pena

AgenPress. “I dati sul sovraffollamento appena pubblicati, testimoniano ancora una volta il fallimento delle politiche sulle carceri che continuano ad essere oggetto di provvedimenti tampone a fronte di un sistema giustizia che per come è, non può prevedere una presenza inferiore a 65.000 detenuti in esecuzione di provvedimenti restrittivi della libertà quali la custodia cautelare ed espiazione della pena” questo il commento del Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria Giuseppe Moretti in merito all’aumento costante delle presenze nelle carceri italiane che oggi indicano un sovraffollamento di oltre 3000 detenuti rispetto alla capienza massima.

Per il Presidente dell’USPP “occorre che si dichiari lo stato d’emergenza del sistema penitenziario che permetta di indirizzare parte delle risorse provenienti dall’europa per mettere in sicurezza le carceri, ripristinando legalità e finalità della pena che oggi sono in continuo bilico per le difficoltà che si presentano ogni giorno ai pochissimi  agenti di polizia penitenziaria in servizio. Basta ricordare che la stessa amministrazione ha attestato a 54000 la necessità organica mentre attualmente sono solo 37.000 in servizio con mezzi malandati e in strutture degne di essere censurate dalla Corte di Strasburgo cui ci rivolgeremo con un apposito esposto”.

Per Moretti “l’istituzione dello stato d’emergenza consentirebbe di costruire con modalità come quelle usate per la costruzione del ponte San Giorgio di Genova, nuovi padiglioni e nuove carceri invece di continuare ad adottare provvedimenti deflattivi il cui unico effetto è quello di minare la certezza della pena, visto che dopo pochi mesi il numero dei ristretti risale inesorabilmente”.

In conclusione il rappresentante dell’USPP sollecita “il Governo a mettere da parte i droni che non servono a ridurre il pericolo di rivolte come quelle che si sono verificate nel marzo scorso, ma strumenti eccezionali per dare risposte anche all’esigenza di non incorrere in nuove sanzioni europee mettendo in sicurezza soprattutto il lavoro della polizia penitenziaria ancora oggi esposta a rischio continuo per la propria incolumità psicofisica e colpa del fenomeno delle aggressioni sul quale ancora si attendono risposte valide. Basta provvedimenti spot come la sottoscrizione di un decreto che ben poco aggiunge alla grande professionalità di operatori come quelli del G.O.M. impiegati nella gestione dei detenuti 41bis, basta con un Ministro della Giustizia lontano dall’essere in grado di provvedere ad una credibile stabilizzazione del sistema penitenziario”.

Va sottolineato che proprio l’USPP anche in una recente manifestazione davanti a Palazzo Montecitorio, alla presenza delle maggiori forze politiche del centro destra ha chiesto a gran voce le dimissioni di Alfonso Bonafede”.

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