AgenPress. Il Codacons lancia l’allarme sui rischi legati agli eventi metereologici estremi nel nostro Paese, e denuncia i ritardi nell’approvazione del Piano nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC): un silenzio assordante che lascia il Paese, unico tra i principali partner europei, di fatto senza una strategia organica per contrastare tali catastrofici eventi. E l’impressione, ormai, è che il Paese sia vulnerabile a qualsiasi evento meteorologico, e largamente impreparato a farvi fronte.
Come ormai universalmente noto la crisi climatica, negli ultimi anni, sta portando una intensificazione dei fenomeni estremi: questa evidenza sta portando alla luce, purtroppo, anche le croniche carenze del nostro territorio. Eppure, le previsioni sono chiarissime: tutti i principali rapporti in materia prevedono un peggioramento dei cambiamenti climatici in futuro. Inondazioni, siccità, incendi boschivi e innalzamento massimo del livello del mare diventeranno più frequenti e intensi in molte Regioni: da questa circostanza, in assenza di interventi tempestivi, deriveranno impatti negativi su ecosistemi, settori economici e salute e benessere umani.
È gravissimo che l’Italia resti oggi l’unico grande Paese europeo a non disporre di un Piano nazionale che definisca chiaramente le priorità di intervento per le aree a maggior rischio nel nostro Paese, e diventi il riferimento per i finanziamenti e gli interventi di messa in sicurezza del territorio italiano nei prossimi anni. In un Paese che ha subito 563 disastri in 9 anni, che solo nel 2018 è stato colpito da 148 eventi estremi, con 32 vittime e oltre 4.500 sfollati, tali ritardi comportano quasi inevitabilmente ulteriori vittime e danni: e allora la preoccupazione cresce, pensando alla stagione autunnale alle porte in un Paese già in ginocchio a causa dell’emergenza Covid.
L’Associazione, comunque, ribadisce che la rilevanza dei danni dipende anche dal modo in cui è stato trasformato il territorio e dalla capacità di reazione a tali fenomeni: per questo, oggi più che mai, non c’è un secondo da perdere.