AgenPress. La terza sezione del Consiglio di Stato, in sede monocratica, ha emanato questo pomeriggio la sentenza di sospensiva dell’ordinanza del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, per la cattura dell’orsa JJ4, accogliendo il ricorso in appello delle associazioni Enpa e Oipa.
Una vicenda, quella dell’orsa madre di tre cuccioli, divenuta un caso nazionale come quella dell’orsa M49. La discussione collegiale del Consiglio di Stato è stata fissata al 19 novembre, mentre è da stabilire la data della discussione del merito.
«È una sentenza importantissima», affermano le due associazioni, «ed estremamente articolata e chiara, che afferma l’esigenza di una riforma totale dell’ordinanza che Maurizio Fugatti ha pervicacemente voluto e difeso ricevendo, pochi giorni fa, il sostegno del Tar di Trento».
Nel testo, la sentenza odierna del Consiglio di Stato afferma il carattere indispensabile della tutela cautelare, nelle more della discussione collegiale. Sottolinea con forza il principio di “protezione rigorosa “assicurata all’orso in base alla direttiva europea Habitat recepita nell’ordinamento interno dal Dpr n.357 del 1997. Sottolinea come il parametro normativo rispetto al quale va verificata la legittimità dell’ordinanza sia costituito dalle condizioni che per un intervento non esistano altre soluzioni soddisfacenti e che vi sia il parere dell’Ispra. Ancora, che non vi era alcuna urgenza a emanare l’ordinanza essendo passati molti giorni e che la Provincia non ha tenuto affatto conto dei pareri scientifici indipendenti, basandosi solo su quelli dei propri uffici.
Estremamente importante la censura, per quanto riguarda la sorte dei cuccioli, in quanto nessun riferimento è stato fatto nell’atto della Provincia su analisi scientifiche ampie.
Infine, il Consiglio di Stato ha riconosciuto il valore del lavoro del Ministero dell’Ambiente, che ha inviato una delegazione di esperti al centro di detenzione del Casteller. La conseguente relazione firmata dai carabinieri Cites e forestali, nonché dall’Ispra, ha evidenziato che la struttura non garantirebbe affatto le condizioni di benessere degli animali, assolutamente inderogabili anche sotto il profilo costituzionale.