Vaccini, Bonomi: “Forti carenze nella struttura logistica. Governo ci convochi per definire un protocollo condiviso”

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AgenPress. “Dobbiamo accelerare il processo vaccinale, perché qualsiasi provvedimento di natura economica avrà effetto solo se il Paese uscirà dalla crisi sanitaria. Ho rilevato con piacere che il segretario Landini ha dato una disponibilità di massima a ragionare su questa ipotesi. Spero che questa apertura venga colta dal governo e che quindi convochi al più presto le parti sociali per lavorare tutti insieme ad un protocollo che permetta l’utilizzo delle fabbriche per implementare il piano vaccinale”.

Così il Presidente di Confindustria Bonomi, in occasione dell’intervista sull’emittente Rtl 102.5, nell’ambito della trasmissione “Non Stop News”.

Il colloquio ai microfoni di Rtl è proseguito sull’analisi dell’attuale processo vaccinale e delle sue criticità. “Solo il 73% delle dosi è stato utilizzato quindi, anche se è vero che ci sono ritardi, che comunque Astrazeneca ha garantito che recupererà, il problema non è tanto la quantità di dosi, quanto la struttura logistica. L’Italia sta mostrando su questo una forte carenza pertanto, anche quando arriveranno molte più dosi, mi chiedo come gestiremo il piano vaccinale” – ha osservato Bonomi.

Il Presidente è poi tornato sui temi economici e sull’utilizzo delle risorse che arriveranno dall’Europa per combattere la crisi pandemica e riportare il Paese sul sentiero dello sviluppo.

“Il Paese è entrato nella pandemia con 4 punti di Pil da recuperare rispetto alla crisi 200. L’Italia ha delle difficoltà strutturali, un’economia fragile e a ogni soffio di vento paga più degli altri” – ha detto.  “Credo che il dibattito sul Recovery Fund sia fuorviante. Tutti sono concentrati sul breve periodo pensando di utilizzare i fondi, che poi non solo i 209 miliardi del piano Next generation EU – ha fatto notare – ma anche altri, tra cui quelli React Eu e della coesione, per cui l’Italia potrebbe disporre nei prossimi sei anni tra 400 e 450 miliardi. Quindi non avremo più la scusa delle risorse che mancano”.

Ciò che manca, secondo Bonomi, è il dibattito sul fine che vogliamo raggiungere con queste risorse finanziarie, quindi se si punta a creare un’industria più competitiva o una società del futuro più moderna, più inclusiva e più sostenibile. “Questo è il dibattito che manca in Italia” – ha affermato.

Infine, l’intervista ha affrontato i temi del lavoro e del blocco dei licenziamenti. “Nessun imprenditore sta pensando di usufruire del blocco dei licenziamenti per mandare a casa le persone. Registriamo invece che parecchie imprese hanno difficoltà a trovare profili professionali” – ha spiegato Bonomi.

E in vista della scadenza del blocco dei licenziamenti ha detto: “Non possiamo affrontare la scadenza immediatamente e quindi, con molto equilibrio, dobbiamo fare una norma transitoria: per le aziende soggette a restrizioni per decreti normativi o i settori fortemente in crisi come il commercio e il turismo, è corretto l’utilizzo della cassa integrazione Covid a carico della fiscalità generale, a fronte del blocco dei licenziamenti. Ma le imprese che non hanno questi problemi potrebbero usufruire della CIG ordinaria, pagata dalle aziende, che versano 3 miliardi all’anno e ricevono prestazioni per 600 milioni. Siamo infatti contributori netti per 2 miliardi e 400 milioni all’Inps. Queste realtà potrebbero utilizzare 52 settimane di cassa ordinaria senza dover licenziare nessuno” – ha spiegato il Presidente.

Credo che questa sia una posizione di grande equilibrio perché dobbiamo dare il segnale alle imprese che si sta andando verso una normalizzazione, per consentire di avere quella serenità per fare investimenti e creare posti di lavoro. Altrimenti, il blocco dei licenziamenti diventa il blocco delle assunzioni”- ha concluso Bonomi.

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