AgenPress – Un dossier del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha rivelato che la Cina si stava preparando per combattere una terza guerra mondiale con armi biologiche, compresi i coronavirus. Il clamoroso documento svela che gli scienziati hanno studiato a lungo come manipolare le malattie “in un modo mai visto prima”.
Un documento ottenuto dai servizi segreti americani e riportato da varie testate internazionali, tra cui The Australian e il Daily Mail, mostrerebbe che gli scienziati cinesi si sarebbero preparati negli ultimi 6 anni a combattere la Terza Guerra Mondiale con armi biologiche. Nel dossier si leggerebbe che queste sarebbe le “armi determinanti per la vittoria”, sottolineando le condizioni perfette per liberarle nell’ambiente e gli effetti che potrebbero avere sui Paesi nemici.
Pechino avrebbe dunque iniziato a considerare il potenziale militare dei coronavirus come quello della Sars già dal 2015, e il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta riprendendo in considerazione la possibilità che quello responsabile della pandemia di Covid-19 possa essere scappato da un laboratorio in Cina.
Il documento degli scienziati dell’Esercito Popolare di Liberazione sinico parlerebbe di manipolazioni genetiche dei virus con tecniche “mai viste prime” e una guerra mondiale combattuta sul piano delle tecnologie genetiche. La nuova bomba atomica sarebbe dunque un’arma biologica, da diffondere a precise condizioni climatiche e meteorologiche.
Un attacco simile verso una o più nazione nemiche, si leggerebbe ancora nel dossier, porterebbe a un immediato picco del numero di pazienti che necessitano di essere ricoverati in ospedali, con un collasso in breve periodo della tenuta dei nosocomi e distruggendo i sistemi sanitari nemici.
Le rivelazioni spiegano che l’idea della Cina è che i coronavirus sarebbero dovuti essere “l’arma principale per la vittoria” nel terzo conflitto mondiale e venivano anche delineate le condizioni perfette per rilasciare un’arma biologica e causare il massimo danno possibile, documentando l’impatto che avrebbe sul “sistema medico del nemico”.
Lo scenario da film di guerra corrisponderebbe a quello che è effettivamente successo a partire da dicembre 2019, con l’inizio delle infezioni a Wuhan, dove si trova un laboratorio di virologia ad alta sicurezza. Nonostante gli studiosi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ritengano improbabile che il Sars-Cov-2 possa essere stato liberato per errore proprio in quel centro di ricerca, il nuovo documento cinese fa sorgere nuovi dubbi sulla natura del coronavirus e sulle intenzioni della Cina.